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" «Non so se è proprio il mio ambiente.»
Gary si limitò a sorridere. «Se stai per andare in guerra è una ragione in più per aggregarti. Se combatti per la libertà, per la pace, allora devi vedere per cosa combatti, giusto? E sono piuttosto sicuro che non vuoi arrivare fino all’altro capo del mondo, camminare per la giungla ed essere colpito da un’arma da fuoco con qualche rimpianto, no?»
Lo guardai, fissando lo sguardo in quegli occhi grigi dal colore strano. Se solo sapesse. Deglutii con difficoltà. La verità delle sue parole mi sembrò come un pugno in pancia. «Il rimpianto è… io, ehm…»
Gary non mi spinse a finire. Non ero neanche sicuro di poterlo fare. «Vieni con noi. Anche solo per un po’ di aria fresca e musica.» I suoi amici si diressero alla porta e chiamarono il suo nome. Lui rivolse loro un cenno con la testa, poi tornò a girarsi verso di me. «Non partire con qualche rimpianto. Se non vuoi venire con noi, allora vai a New York e promettimi una cosa.»
«Cosa?»
«Quella cosa che vuoi, ma che ti spaventa,» rispose. «Falla.» Scivolò fuori dal separé e si alzò. «È stato bello conoscerti, Richard Ronsman. Spero di averti un po’ rischiarato la giornata, come tu hai fatto con la mia» "
― N.R. Walker , A Soldier's Wish
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" Lo avevo colto di sorpresa, ovviamente, ma la sua faccia mi diceva qualcos’altro. Lanciai un’occhiata verso il punto che stava osservando prima e vidi quello che poteva essere il solo motivo per l’espressione che aveva sul viso.
Oh.
Erano due ragazzi. Stavano seduti sulla loro coperta, vicini, e si baciavano.
E la reazione di Richard poteva significare solo due cose. O era sconvolto e disgustato, oppure era scioccato, in modo positivo, e c’era un motivo per cui non gli era piaciuto il suo bacio con Moira Frankston.
E la sua vicinanza a me nel furgone, il rossore sulle sue guance, quello sguardo nei suoi occhi alla tavola calda… tutto divenne praticamente chiaro. Un altro pezzo del puzzle di Richard Ronsman "
― N.R. Walker , A Soldier's Wish
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" «Stai bene?» gli chiesi a voce bassa.
Annuì rapidamente e distolse lo sguardo, facendo un respiro tremante e trovando un po’ di coraggio. «E a nessuno qui importa che stiano… insieme così?»
«Ad alcuni sì, proprio come a certa gente dà ancora fastidio quando vede persone di razze diverse che stanno insieme.» Se aveva vissuto una vita protetta in una fattoria all’interno di una piccola comunità, era facile immaginare che anche la sua esperienza con ciò che riguardava i rapporti con lo stesso sesso fosse inesistente. «Ma non importa ciò che pensano le altre persone. Conta quello che provi qui dentro,» continuai, portandomi la mano al petto. «Conta ciò che senti davvero, quindi non c’è nulla di male in quello. È solo amore, Richard. Che differenza fa se è con un uomo o con una donna?»
I suoi occhi vacillarono, e lui deglutì vistosamente tornando a guardare la coppia che ora rideva per qualcosa. «Sembrano felici,» mormorò.
Li guardai per un lungo momento. «Sì. Non meritano tutti la felicità?»
Il suo sguardo scattò di nuovo sul mio, gli occhi colmi di incertezza. «Torniamo indietro?»
Gli sorrisi. «Certo.» "
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" «Richard, ti dirò una cosa,» riprese. «Dammi le mani.»
Esitai e mi guardai di nuovo intorno. Nessuno ci degnava neanche di un briciolo di attenzione. Tesi le mani e le sue erano calde e forti, e io sentii muoversi qualcosa dentro di me. Come se fosse mancato un pezzo per molto tempo e fosse stato ritrovato all’improvviso.
«Non c’è nulla che non vada in te,» mormorò. Il suo viso, il suo viso perfetto, era molto serio, ma tenero e gentile. Il suo sorriso era tutto ciò di cui avevo bisogno. «Non c’è nulla di rotto. Non sei malato di mente. Non hai bisogno di essere rimesso a posto. Non andrai all’inferno.»
Mi bruciavano gli occhi e non riuscivo a deglutire.
«Sei perfetto proprio come Dio ti ha fatto, proprio come sei.»
Scossi la testa, ma Gary annuì e mi strinse le mani. Non volevo piangere, non lì, non davanti a lui "
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" «Non è facile,» disse. «Credimi, lo so. Ma è la mia verità. E io merito di essere felice.»
La sua verità.
«Tu… tu sei…»
Lui annuì e sorrise. «Sì. Non devi dirlo. Non è una parola semplice da dire, perché lo rende reale. Ma diventa più facile con il tempo. Diventerà più facile per te.»
Scossi la testa. «Non sono…» Mi fermai. Non riuscivo neppure a negarlo. Non quando lui era stato onesto con me.
«Non sei cosa?» chiese, ancora sorridendo. «Felice? Te stesso?»
E poi arrivarono le lacrime.
Scossi di nuovo la testa, e lui mi lasciò andare una mano per potermi asciugare la guancia. La sua mano sulla mia faccia mi diede una bellissima sensazione, e non riuscii a evitare di lasciarmi andare al suo tocco.
«Ti sei portato dietro questo peso molto a lungo tutto da solo,» mormorò. «Devi essere molto stanco.»
«Sì,» ammisi, mentre scendevano nuove lacrime. «Molto stanco.»
Non mi disse mai di smettere di piangere. Non mi disse mai di fare l’uomo. Si limitò ad asciugarmi le guance, e di colpo mi sentii così spossato che avrei quasi potuto addormentarmi da seduto "
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" Non pensavo che avrei mai avuto il coraggio di cantare, ma era contagioso. Le persone della mia stessa età, circa venti anni, indossavano jeans e T-shirt, alcune avevano delle corone di margherite attorno alla testa o delle bandane, gli uomini avevano i capelli lunghi e camicie a tema floreale, gilè di pelliccia o con le frange. Proprio il tipo di persone che mio padre avrebbe deriso e definito “hippie buoni a nulla”. Avrebbe detto che erano un peso per la società, una macchia sullo stile di vita americano.
Eppure, mentre sedevo lì con loro, cantavo con loro, sorridevo con loro… non avrei mai immaginato che avrebbe potuto essere tanto bello stare in loro compagnia.
Non mi ero mai sentito più libero di come lo ero in quel preciso momento "
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" «Hai mai baciato un ragazzo prima?» chiese, sempre guardandomi, strizzando un occhio a causa del sole. La sua barba sembrava più rossa sotto la luce, le labbra ancora più rosa. Poi la punta della sua lingua passò sul suo labbro inferiore, facendolo brillare nella sua scia.
Deglutii con difficoltà e scossi la testa. La capacità di respirare mi sfuggì. «Mio padre dice sempre che le persone come me sono destinate a finire all’inferno per l’eternità,» sputai fuori. «Tranne che non gli ho mai detto cosa sono, ma penso che lo sappia, perché mi guarda in modo torvo quando ne parla. Come una minaccia, sai?»
Gary si accigliò, ma annuì. «Non puoi scegliere da chi sentirti attratto. È nella tua genetica, come il colore degli occhi. È solo chi sei.» "
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" «E tu? Qual è la tua crociata?»
«Credo nelle persone. Credo nella libertà, libertà di scelta, libertà di diritti.» Gli sorrisi. «Credo nella libertà di innamorarmi di chiunque voglia e di fare in modo che il mio amore sia uguale agli occhi della legge e della chiesa.»
Mi fissò per un lungo istante, gli occhi che si facevano vitrei. «Mi piace la tua crociata. Sarebbe anche la mia, se fossi abbastanza coraggioso.»
«Stai andando in guerra. Penso che ciò ti renda coraggioso.»
«O pazzo,» borbottò. Scosse la testa e sbatté le palpebre per ricacciare indietro le lacrime. «Vuoi sapere perché mi sono arruolato?»
Annuii. Insomma, volevo saperlo, ma avevo la sensazione che quello che stava per dire non mi sarebbe piaciuto.
«Così mio padre avrebbe pensato che ero un uomo,» disse. Stavolta, quando i suoi occhi si riempirono di lacrime, una gli cadde sulla guancia. Lui la strofinò via rapidamente. «Lui mi guarda e mi accorgo che pensa che io sia uno di quei frocetti contro cui sbraita. Mi guarda storto, tutto arrabbiato, e mi dice che quei finocchi sono destinati a finire all’inferno, e lo dice come una minaccia. Come se lo sapesse.»
Un’altra lacrima, e un’altra. Cercava di asciugarle, ma quelle continuavano a cadere.
«Così mi sono arruolato,» mormorò. «Perché poi sarei stato un uomo ai suoi occhi. Una parte di me pensa non gli importerà molto se non tornerò. Se morissi in Vietnam, poi lui potrebbe dire ai suoi amici della chiesa che sono morto da eroe, mentre in segreto sarebbe grato di essersi sbarazzato di un ragazzo che parlava un po’ troppo da femmina per i suoi gusti.» "
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" Non ho mai pensato che avrei avuto l’occasione di tenere per mano un altro uomo,» mormorò. Girò a palmo in su la mia mano e intrecciò le nostre dita, come se stesse memorizzando tutto. Aggrottò le sopracciglia come se avesse altro da dire ma avesse difficoltà con le parole, così sollevai le nostre mani e gli baciai le nocche. Poi gli girai la mano e gli baciai l’interno del polso, e lui sussultò leggermente. «Quello che hai detto prima,» iniziò. Aveva le guance arrossate, e si leccò le labbra in modo nervoso. «Quando ho visto quei due tizi che si baciavano… hai detto…» Le sue parole persero forza, ma lui era talmente nervoso e timido che era quasi doloroso da guardare.
Ero piuttosto sicuro di sapere cosa stesse cercando di dire. «Ho detto che se volevi che il tuo primo vero bacio fosse con me, io ero d’accordo.»
Lui annuì rapidamente e sospirò forte prima di fare una risata. Si passò la mano libera tra i capelli corti. «Io, ehm…»
«Vuoi che ti baci?»
I suoi occhi scattarono sui miei, spaventati e speranzosi. Poi annuì di nuovo. «Sì.» "
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" «No, voglio dire… voglio che tu mi prenda…» Serrò gli occhi e chinò la testa. «Non so come chiederlo. È così imbarazzante.»
Gli sollevai il mento e lo baciai di nuovo. «Non essere mai imbarazzato di chiedere qualcosa.» Aveva le guance così rosse che riuscivo a sentire il loro calore sul mio palmo. «Vuoi che ti scopi? Sesso anale, è questo ciò che vuoi?»
Richard fece una smorfia, ma poi annuì e cercò di distogliere lo sguardo. «Quando lo sogno, quando ci fantastico sopra, è quello ciò che voglio. È sbagliato? Dovrei desiderare una cosa simile? Ciò non mi rende quello frocio?»
«Non è sbagliato, e tu non sei frocio. Odio quel termine. Il sesso è una cosa stupenda. E sì, se è quello ciò che vuoi, va benissimo. Ed è normale. Non pensare di non essere uguale perché lo vuoi prendere, okay? Non ti rende meno uomo.»
«Sono così ovvio?» Scosse la testa e sbuffò.
«No. Ma posso immaginare che se tuo padre predica che gli uomini omosessuali sono malvagi, allora essere quello che lo prende è la cosa peggiore.»
«Prende?»
«Sì, il tizio che lo prende, lo riceve, come nel baseball: c’è quello che lancia e quello che riceve, se capisci cosa intendo. Il tizio che riceve.»
«Oh.» Ridacchiò e sospirò. «Non so tante cose. Devi pensare che io sia abbastanza uno sfigato.»
«In realtà penso che tu sia piuttosto forte.»
Lui sgranò gli occhi. «Davvero?»
«Cavolo, sì. Non sapevo che i tipici ragazzi americani dalla faccia pulita fossero il mio tipo, ma a quanto pare è così. Beh, tu lo sei.» "
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" «Ehi.» Mi sfiorò la guancia con il pollice. «Non devi farlo.»
«No. Lo voglio. Voglio farlo. E voglio che sia con te.»
Lui sorrise. «Prometto che andrò piano. Non ti farò male. Farò l’amore con te in modo così tenero che non vorrai mai che finisca.»
Il calore sbocciò nel mio stomaco, e provai una stretta al cuore alle sue parole. «Oddio.»
Poi, mentre la pioggia iniziava a cadere e la musica ancora suonava all’esterno, gli lasciai prendere il mio corpo in un modo che non avevo mai sospettato possibile. All’inizio pensai che fosse troppo. Mi fece un po’ male, e l’essere allargato e l’intrusione sembravano sbagliati, ma lui era così tenero, affettuoso, che presto mi rilassai e iniziai anche a godermelo.
Gli diedi quella parte di me stesso, e lui fu gentile e forte, premuroso e attento. Fece tutto per me. E quando si mosse nel mio corpo, scivolando e spingendo, riempiendomi con il suo sesso e baciandomi in modo tanto dolce, io capii – lo capii e basta – che gli avevo dato anche il mio cuore. "
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" Non riesco a credere che tu le abbia detto di me! Sono sbalordito, ma anche incredibilmente felice. So che sembra pazzesco, ma è come una conferma che ciò che provo è reale. E che lo provi anche tu. Non riesco a immaginare di dirlo ai miei, e mi rendo conto che sia estremamente ingiusto nei tuoi confronti. Ma spero tu capisca che questa è una riflessione su di loro e non sui miei sentimenti per te. Non ho più avuto notizie dai miei genitori. Non posso dire di essere sorpreso. Di nuovo, di’ a tua madre che la ringrazio. Sembra una persona incredibile. Come te.
Mi stai mantenendo sano di mente, qui, che tu te ne renda conto o meno. Alcuni giorni, quando le cose vanno male, è pensare a te, rileggere le tue lettere e guardare la tua foto che mi fa andare avanti.
Sei come la mia ancora di salvezza "
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" Vedere le tue parole, scritte di tuo pugno, con cui mi dici che mi hai donato il tuo cuore, che mi ami, mi fa sentire così pieno di gioia che potrei scoppiare.
A Woodstock mi hai mostrato che era possibile. Che potevo essere felice, che potevo trovare qualcuno che mi capisse e che volesse stare con me. Non avevo mai creduto sarebbe successo. Pensavo che fosse una cosa che non meritavo, che non avrei mai avuto la possibilità di amare qualcuno e di essere ricambiato.
Mi sono innamorato di te quando hai deciso di sederti di fronte a me in quella tavola calda. Quando mi hai chiesto di venire con te e il tuo gruppo di amici. Quando hai cambiato la mia vita. Proprio in quel momento. Forse non lo sapevo, allora, ma con il senno di poi ho capito che quando mi hai detto “ciao” quella prima volta il mio cuore era già tuo. Mi hai fatto sentire come se potessi fare tutto, e mi hai guardato come non aveva mai fatto nessuno prima.
Hai visto il vero me "
― N.R. Walker , A Soldier's Wish