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" Era sorprendente: in diciassette anni di vita Masha non aveva mai incontrato nessuno che assomigliasse ad Anna Veniaminovna, e ora all’improvviso risultava che ce n’era un mucchio così, intellettuali, vestiti in modo scialbo e povero, con molte letture alle spalle, colti, spiritosi! Quest’ultima qualità non l’avrebbe mai e poi mai sospettata, non aveva alcun rapporto né con le barzellette, né con le battute. E dopo una bella arguzia nessuno si torceva dalle risate, giusto un lieve sorrisetto.
“Un maschio è una cosa stupenda, ma perché tenerselo a casa?” proprio sorridendo in quel modo Anna Veniaminovna poneva una domanda beffarda alla sua ex studentessa Zhenja, anche lei donna piuttosto anziana, alludendo alle complicate peripezie esistenziali dell’altre, che immediatamente le rispondeva: “Anna Veniaminovna, non vado mica dalla vicina a chiederle uno scaldino, il macinacaffè o il mixer, ne ho acquistati di miei. Perché mai dovrei prendere in prestito un maschio?”
“Zhenja cara! Come puoi paragonare un maschio a uno scaldino? Lo scaldino scalda quando vuole lei, mentre il maschio scalda quando vuole lui!” ribatteva Anna Veniaminovna.
E Masha si beava dei loro discorsi, magari neppure poi così divertenti […] "
― Lyudmila Ulitskaya
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" […] Poi ebbe luogo un lungo pranzo, con gelatina e biscotti per dessert, al termine del quale Nadja raccolse i piatti, li portò nel cucinotto all’esterno e disse a Zhenja: “Li lasciamo, che dici? Poi dopo cena lavo tutto insieme…”
Zhenja fu d’accordo, anche lei non aveva un grande entusiasmo per il lavare le stoviglie nella bacinella unta di grasso, e si ritrò con piacere nella stanza piccola, dove trovava posto soltanto la sua branda e il comodino con i libri. Zhenja si distese, riflettè per un po’ sul modo in cui era di nuovo franata la sua disordinata vita personale, ma poi scacciò quel pensiero, in dieci anni ormai diventato seccante, e prese in mano un libro intelligente, non proprio pane per i suoi denti, ma necessario per chissà quali inconcepibili sensazioni… Inforcò gli occhiali, si munì di una matita fina per scrivere i punti interrogativi sui margini e… e immediatamente s’addormentò nel sottofondo della meravigliosa musica stratificata che viene eseguita in una casa di campagna quando piove: lo scroscio delle gocce contro le foglie, i colpi isolati sul vetro, le tenui onde sonore al minimo cambio di vento, lo schiocco delle gocce sulla superficie d’acqua scura nella botte e il suono staccato del rivolo che scorre lungo la grondaia. "
― Lyudmila Ulitskaya
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" Od mnogih ljudi koje Pavle Aleksejevič poznaje većina nije podnosila nikakvu samoizolaciju, više od svega se plašila da ostane sama sa sobom i bila je spremna da sa bilo kim pije čaj, razgovara, radi razne stvari, samo da ne ostane usamljena. Makar bilo neudobno, makar bolelo, makar se patilo, ali samo da je javno, da je među ljudima. Takvi su i smislili poslovicu: sa ljudima je i smrt lepa... Ali misleći ljudi, ljudi stvaraoci, i uopšte oni koji vrede, uvek sebe ograđuju tim zaštitnim pojasom, zonom otuđenja... Kakav paradoks! "
― Lyudmila Ulitskaya