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" Non riesco a capire le persone che fuggono quando le cose vanno male. Quando incontrano un problema nella loro vita. Capisco la routine, il tran-tran quotidiano è rassicurante, è tranquillo e non dà modo di incrociare l'ignoto. Tuttavia, la vita non è fatta di semplicità. Non si può controllare tutto, non si può prevedere tutto, e certamente non i rimpianti che incontriamo durante la nostra esistenza. L'essere umano, un giorno o l'altro, si trova a confrontarsi con i problemi, con le avversità del destino che ha deciso di sceglierlo, per fargli vivere e affrontare quella storia. Non si sceglie di incontrare le avversità, come non si può scegliere il futuro. Ce ne si fa una ragione, si prende atto della cosa, si rialza la testa e si diventa più forti. Perché la disposizione mentale, di fronte a un problema, è già un primo passo nel combattimento. "
― , Road
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" In realtà, non si può fuggire sempre. Talvolta, ci si ritrova di fronte a dei problemi che non si possono nascondere in fondo a una scatola. Bisogna affrontarli, essere forti, attingere in se stessi per trovare i mezzi di affrontarli, di sormontarli. Non ci viene nemmeno data una scelta, ci piacerebbe ignorarli, fare come se non ci fossero perché è più semplice, ma no, loro sono lì, ben presenti e noi abbiamo il dovere di affrontarli.
Tuttavia è nei nostri geni, nel nostro istinto scappare da quello che ci mette in pericolo. Ma il pericolo non è sempre quello che si crede che sia, e spesso lo si può solo affrontare.
Faccio parte di quelle persone che pensano che bisogna confrontarsi con un problema, con una difficoltà, non si deve metterli in un angolo ma si deve esaminarli da cima a fondo, affrontarli come due gladiatori nell'arena per trovare la soluzione e sbarazzarsene per poter andare avanti. Ogni problema ha la sua soluzione, ogni difficoltà ha la sua semplificazione. Niente è troppo insormontabile e detesto quelle persone che fuggono di fronte alle avversità. Non riesco a comprenderle, anche se qualche volta mi sarebbe piaciuto.
Quello che più mi fa arrabbiare questa sera, è il fatto di aver capito che Travis è un fifone che fugge quando si rende conto che è molto più impegnato di quanto non pensi nei confronti di un’altra persona, perché oggi ha capito chiaramente che c'era qualcosa tra noi. Lo sguardo che mi ha lanciato, il suono della sua voce quando mi ha fatto capire che il comportamento del cameriere non gli piaceva. Quando mi ha detto che era geloso sono rimasto di sasso. Mi aspettavo di dover leggere tra le righe e la sua franchezza, lì per lì, mi ha sconcertato.
Il problema con Travis, è che appena si comincia a rompere un po’ il suo guscio e inizia ad aprirsi, scatta un meccanismo in lui che lo fa chiudere di nuovo: si apre, confessa delle cose che non ha mai confessato prima, e poi si mostra contraddittorio, si mura dietro il silenzio e infine fa delle scelte stupide.
E, ieri sera ha fatto proprio una scelta stupida "
― , Road
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" «Fermati, Travis.»
Ubbidisco, spostandomi sulla destra, la strada è larga e non c’è molto traffico. Mack non aspetta nemmeno che fermi il motore per afferrare il cappotto che ha acquistato stamattina e scende velocemente. Lo guardo sorridendo, il suo lato infantile che scopre la vita mi piace sempre più e talvolta lo invidio per questa sua sete di scoperta, per sapersi estasiare davanti a delle cose semplici come questo paesaggio che taglia il respiro, perché vorrei esserne capace anche io. Più sto accanto a Mack, più mi rendo conto che non sono normale, anche se fino a oggi non era stato un grosso problema per me. Ero io, ero così, ma forse oggi anche io ho voglia di lasciarmi andare "
― , Road
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" «Tu…»
«Tu,» lo blocco io.
Non riconosco neanche più la mia voce debole e un po’ insicura. Di solito non sono così, dico sempre quello che penso e tanto peggio se non va a genio a qualcuno. Ma, anche se tengo a essere sincero con Mack, so anche che la sua reazione potrebbe farmi male. Cade di nuovo il silenzio nell’abitacolo. Apro gli occhi e giro la testa verso quella del mio compagno e vedo che i suoi occhi mi squadrano. Non riesco a capire cosa pensa delle mie parole, è chiuso quanto un'ostrica. Sento il mio cuore tamburellarmi nel petto, non pensavo che avrei sentito queste sensazioni dovute alla paura che possa rifiutarmi, le palpitazioni, la bocca secca nell'attesa delle sue parole, gli occhi che pungono come se stessi per piangere, e la tensione che mi ha invaso tutto il corpo, pronta a farmi esplodere le vene. Se l'amore somiglia a questo, non sono sicuro di volerlo provare. Ma posso lottare contro tutto ciò? Quello che ho preso per una semplice attrazione sessuale è diventato rapidamente altro, senza che io me ne rendessi conto, e in base a quel poco che so sull'argomento, non ho mai letto o sentito qualcuno dire: “ho scelto di amare questa persona”. Non per niente tutte le espressioni che possono essere ricondotte all’amore sono violente e senza remore: colpo di fulmine, morire d’amore, bruciare d’amore, innamorarsi "
― , Road
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" Chiudo gli occhi anche io. Non sono mai stato innamorato prima di lui, e tuttavia, so che quello che provo è forte, almeno per me, per una persona che non ha mai conosciuto niente dell'amore, questo è quello che più si avvicina alla sua definizione. È il bisogno di averlo vicino, di ascoltarlo farneticare sciocchezze, di sentire sempre quella voce così meravigliosa, di sentire la sua pelle, il suo odore, le sue mani che mi accarezzano, essere in lui come se potessi impregnarmi di quello che è e diventare una persona migliore, solo per lui. Il resto del mondo continua a non interessarmi, ma lui è diverso. Mi fa venire voglia di uscire dalle costrizioni che mi sono autoimposto, di aprirmi e di conoscere altro, perché nei suoi occhi tutto è più bello.
Ma forse mi sbaglio, forse non è questo l'amore. Dopotutto non ne capisco niente, ma ho questo istinto viscerale che mi stritola il cuore all'idea di stare lontano da Mack, come un filo che mi connette a qualcuno, e che mi farebbe esplodere semmai cedesse "
― , Road
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" «Mack,» dico per provare a mettere fine a questo silenzio, «non sei…»
Mack esce dal suo mutismo e mi si getta addosso, la sua bocca si schiaccia sulla mia, rubandomi il respiro. Lo stringo contro di me mentre le nostre bocche non smettono di divorarsi l’un l'altra, come se non si fossero più baciate da anni. Devo prendere questo slancio per un “ti amo” o qualcosa del genere? Questo vuole dire che anche Mack prova dei sentimenti per me o sta solo cercando di farmi tacere? Non lo so, ma sentire il suo corpo sul mio, il suo respiro nella mia bocca e le sue mani che cominciano a muoversi sulla mia pelle, tendono a togliermi qualsiasi ragione.
«Travis Hamilton,» mi dice scostandosi appena dalle mie labbra, «mi stai dicendo che mi ami?»
Il suo viso è a pochi centimetri dal mio, i suoi occhi mi fissano intensamente il viso come se potesse rivelargli qualcosa e i capelli mi solleticano la fronte. È magnifico così, eccitato e non solo sessualmente, c'è altro che fa emergere questo lato avventuroso, che ha in quel suo affascinante sorriso.
«Ho risposto alla tua domanda.» "
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" «Non farlo, Travis,» dice, prendendomi il viso tra le mani per non farmi allontanare.
«Cosa?»
«Evitare.»
«Non evito.»
«Tu eviti tutto, Travis: le persone, le cose che potrebbero renderti felice, le scoperte, gli incontri, la vita. Lasciati andare almeno una volta nella vita.»
Incasso i suoi “complimenti”. Lo so che ha ragione, ma quando si è diversi si impara a proteggersi dalla normalità, allontanandosene il più possibile. Da bambino ho avuto un bel po’ di delusioni, di dolore e ho capito velocemente che non avrei ottenuto niente dagli altri perché non ero come loro, che non mi capivano e non avrebbero fatto nessuno sforzo per comprendermi. Nemmeno il mio stesso padre ha fatto questo sforzo, come avrei potuto chiederlo a un estraneo? È più semplice così e mi sta bene. Soffrire non è nelle mie priorità.
«Mi lascio andare con te, Mack.»
Mack mi sorride accarezzandomi il collo.
«Allora dimmi quello che provi» "
― , Road