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" Il vecchio terminò da solo il giro del giardino. In simili momenti, non capiva perché la maggioranza degli uomini si tormentava in vani lamenti sulla giovinezza trascorsa. Secondo lui la gioventù era anche troppo lunga «stando alle nostre forze». Era stato giovane e povero, subalterno, inquieto, insoddisfatto, divorato da desideri irrealizzabili. Si sentiva così rassicurato ora, così calmo, così tranquillo! Amava soprattutto la sensazione di dominio che gli giungeva dal patrimonio e dall'età. Un cenno, e tutti obbedivano. Una parola, e tutto si piegava al suo volere.
«E' per il loro bene», pensava con pacifico orgoglio. Si rimise dritto, battendo la ghiaia col bastone. Era convinto di aver vinto perfino la paura della morte che gli aveva incupito gli anni della maturità. Una paura che si era eclissata il giorno in cui aveva capito che la vita è più lunga di quel che si crede, che solo alla stolta gioventù sembra corta. Era saggio. Era vecchio. "
― Irène Némirovsky , Un amore in pericolo
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" Tutti e due pensavano ai giovani – i loro fratelli, i loro amici – le cui ossa erano in decomposizione sotto terra, nelle innumerevoli fosse comuni. Loro, i sopravvissuti, adesso lo sapevano, di essere mortali. È una lezione che di solito si impara da adulti, ma quelli che hanno dovuto apprenderla a vent’anni non la scordano più. Ah, com’era importante affrettarsi a respirare, baciare, bere, fare l’amore! "
― Irène Némirovsky , Due