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" A volte parlavano di vecchie storie, di filosofia, di leggende antiche, della vita in generale; altre volte rimanevano in completo silenzio, con la testa china sulle righe di libri diversi, alzando gli occhi solo per sfiorarsi con lo sguardo a vicenda quando l’altro però non stava guardando.
Ogni notte, quando tutti gli altri erano andati ormai a dormire da tempo, e per tutto l’anno in cui rimasero chiusi in quel castello, si ritrovarono insieme per scappare lontano dalla realtà con cui erano costretti a fare i conti tutti i giorni, attraverso la fantasia e la letteratura, fingendosi per qualche ora due ragazzi normali e assolutamente mortali. "
― Giulia Letizia , Il Tempo Perduto (Le Cronache della Congrega, #1)
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" Ma, inaspettatamente, con lo stesso senso di rapimento che provavano i naufraghi quando sentivano il mitico canto delle sirene nel mezzo di una tempesta, si ritrovò a girare il volto in direzione di un suono. Un suono che lo colpì con tale violenza inaspettata che le sue gambe si fecero instabili per un secondo. La sentì, sentì quella risata così melodiosa, dolce e familiare, e annegò in mezzo a un mare di ricordi. O forse furono loro a tornare a galla, in superficie, permettendo a Francis di ricominciare a respirare.
Ricominciò, senza neanche mai essersi accorto di aver smesso. Quando era successo? Un istante fa quando l’aveva trovata, o mezzo secolo prima quando l’aveva persa? "
― Giulia Letizia , Il Tempo Perduto (Le Cronache della Congrega, #1)