Home > Work > Vuoi vedere che è proprio amore?

Vuoi vedere che è proprio amore? QUOTES

1 " Piera, la protagonista di Vuoi vedere che è proprio amore?, è una giovane donna che lavora. Professoressa di inglese alle medie, vorrebbe diventare fotografa...Chissà se ce la farà?
Ecco un breve estratto. Lui, Jean, si presenta non invitato a casa sua e lei, dopo molti se e ma, lo porta nella sua camera oscura. Non pensate male! O forse pensatelo.

"La seguì in una stanza illuminata solo da un paio di lampadine rosse. Un altoparlante collegato a un iPod stava diffondendo la voce di Paul McCartney.
Hey Jude.
Che fosse un segno del destino? Non che lui credesse a certe baggianate, ma quella era una delle sue canzoni preferite, di sempre.
«Ti piacciono i Beatles?» le chiese fingendo un’indifferenza che non provava.
«Oh sì. In genere adoro il rock classico. Ma i Beatles…»
«Sono i Beatles. Punto.»
«Punto, sono d’accordo. E Revolution è un grande album!»
«Sei una donna piena di sorprese» disse, pensando al genere di musica scadente che piaceva a Jasmine.
«Io? Piena di sorprese?» domandò ridendo, nello sguardo un luccichio improvviso.
Nonostante la luce rossa, fu quasi certo che Bambi fosse arrossita, e a lui piaceva da morire quando lei arrossiva. I suoi occhi sembravano diventare più grandi e lei cominciava a mordicchiarsi il labbro inferiore. Come stava facendo in quel momento.
«Benvenuto nella mia tana di fotografa dilettante» aggiunse lei dopo un istante.
Jean si guardò intorno. C’era tutto l’occorrente per sviluppo e stampa. Alcune foto in bianco e nero erano pinzate con mollette da bucato a una corda che correva da una parte all’altra della stanza. Come biancheria ad asciugare.
«Sono meravigliato» esclamò guardandosi intorno. «Una camera oscura in piena regola! Non posso credere che con la comodità del digitale tu ti dia tanta pena a far tutto da sola…»
«Al contrario, adoro farlo. È il mio hobby segreto. E poi, solo così ottengo esattamente ciò che voglio. O quasi. Non nego che spesso qua dentro combino dei veri pasticci, ma chi non ne combina?» "

Viviana Giorgi , Vuoi vedere che è proprio amore?

3 " Milano, una scuola media statale, maggio 2014

«Professoressa, è arrivato un altro genitore, sa, per il colloquio…»
Piera alzò gli occhi al cielo e guardò l’orologio: undici e dieci minuti. Dieci minuti di ritardo e nessun appuntamento.
Sospirò.
Parlare con un altro genitore voleva dire perdere quasi completamente l’ora buca che di solito utilizzava per correggere i compiti o fare qualche piccola commissione. E, accidempolina, aveva visto quell’abitino nella merceria di viale Brianza. L’unica merceria ancora aperta a Milano e l’aveva beccata lei! Dio, non era forse patetico comprare i vestiti in merceria? Forse solo sua nonna e le sue diaboliche amichette novantenni lo facevano ancora. Ma l’abitino era a buon mercato, semplice come piaceva a lei e… color grigio topo. Possibile che si vestisse solo di grigio? E senza nessuna dannatissima sfumatura, per giunta!
Sorrise amaro, pensando ad altre sfumature, anche se non era quello il momento di piangere sulla sua castissima vita di single. Ora doveva incontrare il genitore ritardatario, privo di buona creanza e di un accidente di appuntamento.
Be’, per questa volta avrebbe chiuso un occhio, anche perché forse si trattava della mamma di Diamante De Braud che aveva convocato già da un paio di settimane, ma che ancora non si era vista. Secondo Diamante, che tutti chiamavano Didi, la madre era in Irlanda a risposarsi da qualche parte.
In Irlanda? A risposarsi con un leprechaun?
Di certo un’altra frottola della ragazzina.
Ok, era ora di vedere la genitrice inopportuna.
«Le dica che arrivo fra cinque minuti, Flaminia» disse.
La commessa la guardò con uno strano sorrisino sulle labbra. «Gli dica. È un papà. E non so se mi sono spiegata.»
Non so se mi sono spiegata. No che non ti sei spiegata, Flaminia! Ora anche le commesse erano diventate petulanti? E quel sorrisetto ammiccante che diavolo voleva dire?
Come se non avesse ricevuto nessuna gomitata metaforica nello sterno, finse di ributtarsi a capofitto sul compito che stava correggendo e con un che di acido rispose: «Gli dica, allora. Grazie».
«Il genitore mi ha anche detto di dirle che lui ha molta fretta…»
Piera alzò lo sguardo davanti a sé e sentì una fitta di rabbia trafiggerla. «È in ritardo e ha pure fretta?» Ora lo sistemo io, questo maleducato, pensò alzandosi con troppa foga e dirigendosi verso la porta con fare minaccioso.
«Il registro, professoressa! Non dovrebbe portarlo con sé?» le ricordò Flaminia.
Decisamente petulante.
Trattenendo un’imprecazione, che in ogni caso non sarebbe stata molto più spinta di un perdindincibacco!, Piera si bloccò, girò su immaginari cardini e tornò sui suoi passi. Poi, a testa alta e col registro ben stretto in mano, passò di fianco a Flaminia che la guardava ancora con quello strano sorrisino.
«Vedrà, professoressa, non se ne pentirà.»
«Forse sarà lui, a pentirsene» mormorò lei tra i denti.
Avrebbe detto il fatto suo a quel maleducato.
Come no? "

Viviana Giorgi , Vuoi vedere che è proprio amore?