Home > Work > La primavera da lontano
1 " Dici che una rosa è bella e subito ti senti un idiota perché hai detto la cosa più banale che potevi dire. Ci pensi un attimo, poi ti accorgi che qualsiasi altro aggettivo sarebbe suonato falso. "
― , La primavera da lontano
2 " Ho voglia di lavorare. Ne ho bisogno. Come sempre il lavoro distrae, assorbe l'humus del cervello, prosciuga protegge da quelle divagazioni che iniziano in maniera innocente, quasi per gioco, poi lentamente si trasformano in un attacco demolitore che non si arresta davanti a nulla e la furia iconoclasta, convinta di ottemperare a un dovere morale inciso nel dna, distrugge tutto ciò che gli capita a portata di tiro: le cose che si sono dette e fatte, le amicizie e gli affetti e le chiacchiere da bar, le scelte che si sono portate avanti e quelle che si sono abbandonate, neppure i vestiti indossati in quella o quell'altra occasione vengono risparmiati, tutto ciò che abbiamo addosso, intorno, dietro alle spalle, nei cassetti, nelle zone meno accessibili del cervello, è uno sbaglio di cui vergognarsi e che reclama vendetta. "
3 " ll tempo non ha più bisogno di essere contato e gli istinti tornano ad primordiali. Potrò mangiare frutta strappandola dagli alberi, finché avrà la forza di germogliare da sola. Mangerò cibo in scatola e in breve il glutammato sarà l'unico ricordo che avrò dell'umanità, almeno finché le date di scadenza lo permetteranno. Continuerò a dormire sonni chimici e ad avere nostalgia. Quando sulla terra farà buio mi chiederò se qualcuno, in mezzo all'umanità evacuata, lassù in una curva della galassia, si chiederà dove sono, cosa sto facendo, come me la cavo su questo pianeta a mia disposizione dove la volontà è azzerata, il linguaggio un utensile inutile il tempo è solo l'attesa di qualcosa che accada. E mi risponderò che no, nessun pensiero al di fuori dell'atmosfera si prenderà il disturbo di contemplarmi. "
4 " Le cornici senza vetro dove ho iniziato ad appendere la mia collezione orologi vecchi; i primi due erano del nonno, a corda, col quadrante ingiallito e i numeri sottili; gli altri ho iniziato a comperarli dopo, per non lasciarli soli, spinto dalla convinzione che tutti gli oggetti meritano la chance di seconda vita, anche di una terza e, se si riesce, di una quarta, e sarebbe bello se la stessa chance venisse concessa anche a noi, perché una sola non basta mai. "
5 " Ho detto addio a tutto. Soltanto i ricordi sono rimasti, e come tutte le cose vecchie le tieni da parte senza sapere se un giorno torneranno ad essere utili o se il loro scopo è semplicemente quello di riempire ogni spazio dell'armadio e impedire che qualcosa di nuovo vi abbia accesso. "
6 " Che la realtà non può fare altro che togliere dignità e poeticità alla finzione? "
7 " In questi anni ho continuato a pensarlo, a rievocarlo, a chiedermi di lui, a immaginarlo lontano con uno zaino in spalla e il mare greco all'orizzonte, a pensarlo infelice con le ginocchia raccolte al petto e gli occhi socchiusi, a chiedermi se di tanto in tanto anche lui, anche per un solo istante, si stesse chiedendo sotto quale cielo trascinavo i miei piedi. Tutto questo soltanto per conservare quel rudere maestoso: nessuno ha mai pensato di abbattere il Colosseo per rendere più facile la circolazione. "
8 " Un continuo giocare ad inseguirsi, prima uno e poi l'altro, con le parti ben distribuite, per cui se uno inseguiva l'altro fuggiva automaticamente. "
9 " La guardo con la coda dell'occhio e vedo soltanto il suo sorriso che è tremendo e che si beffa di me. Perché lei sa e vede oltre quel che io conosco e che accetto. "