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" L’unità a cui Darenskij era giunto dopo aver visitato lo Stato maggiore delle truppe della steppa era dislocata sull’ala sudorientale del fronte di Stalingrado, tra le sabbie aride del Caspio. In quel momento le steppe che cingevano laghi e fiumi gli parevano una sorta di terra promessa: là, almeno, cresceva l’erba, c’era qualche sparuto albero, e i cavalli nitrivano. In quel deserto sabbioso erano di stanza migliaia di uomini abituati all’aria umida, alla rugiada del primo mattino, al frusciare del fieno. Adesso, invece, la sabbia li frustava, si infilava nelle orecchie, scricchiolava nella minestra e nel pane, c’era sabbia nel sale, nell’otturatore del fucile e negli ingranaggi dell’orologio, e sabbia nei sogni dei soldati... "
― Vasily Grossman , Life and Fate
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" luce, una luce diversissima... La steppa calmucca! Opera nobile e antica della natura che non conosce colori sgargianti né rilievi bruschi e spigolosi, dove la parca malinconia delle sfumature del grigio e dell’azzurro regge il confronto con l’imponente valanga cromatica dei boschi russi d’autunno, dove le linee dolci e appena ondulate delle colline incantano il cuore più dei crinali del Caucaso, dove striminziti laghetti d’antica acqua scura e quieta parlano dell’essenza dell’acqua più dei mari e degli oceani... Tutto passa, ma quell’enorme, pesantissimo sole di ghisa nella foschia della sera, quel vento amaro saturo di assenzio fino a scoppiare non si dimenticano. Dunque è in ricchezza che si estende la steppa, e non in povertà... E in primavera, giovane di tulipani, la steppa è un oceano scrosciante di colori, non di onde. L’erba dei cammelli, ispida, si tinge di verde, e le sue spine giovani e aguzze sono ancora delicate, morbide... Nelle notti d’estate, invece, sulla steppa si leva un grattacielo di galassie – dalle fondamenta fatte di blocchi stellari azzurri e bianchi alle nebulose opalescenti, alle cupole lievi degli ammassi globulari in fuga sotto il tetto dell’universo... Ha una dote straordinaria, la steppa. Una dote che possiede sempre, all’alba, in inverno e in estate, nelle notti scure di tempesta e in quelle terse. Perché sempre e comunque la steppa parla all’uomo di libertà... E la ricorda a chi l’ha perduta. "
― Vasily Grossman , Life and Fate
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" La steppa calmucca! Opera nobile e antica della natura che non conosce colori sgargianti né rilievi bruschi e spigolosi, dove la parca malinconia delle sfumature del grigio e dell’azzurro regge il confronto con l’imponente valanga cromatica dei boschi russi d’autunno, dove le linee dolci e appena ondulate delle colline incantano il cuore più dei crinali del Caucaso, dove striminziti laghetti d’antica acqua scura e quieta parlano dell’essenza dell’acqua più dei mari e degli oceani... Tutto passa, ma quell’enorme, pesantissimo sole di ghisa nella foschia della sera, quel vento amaro saturo di assenzio fino a scoppiare non si dimenticano. Dunque è in ricchezza che si estende la steppa, e non in povertà... E in primavera, giovane di tulipani, la steppa è un oceano scrosciante di colori, non di onde. L’erba dei cammelli, ispida, si tinge di verde, e le sue spine giovani e aguzze sono ancora delicate, morbide... Nelle notti d’estate, invece, sulla steppa si leva un grattacielo di galassie – dalle fondamenta fatte di blocchi stellari azzurri e bianchi alle nebulose opalescenti, alle cupole lievi degli ammassi globulari in fuga sotto il tetto dell’universo... Ha una dote straordinaria, la steppa. Una dote che possiede sempre, all’alba, in inverno e in estate, nelle notti scure di tempesta e in quelle terse. Perché sempre e comunque la steppa parla all’uomo di libertà... E la ricorda a chi l’ha perduta. "
― Vasily Grossman , Life and Fate
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" Io e lei dobbiamo capire che il futuro non si decide sul campo di battaglia. Lei ha conosciuto Lenin. Lenin ha creato un partito di tipo nuovo. È stato il primo a capire che il partito e il suo leader sono i soli a esprimere la volontà di un paese, e ha sciolto l’Assemblea Costituente. Come Maxwell pensava di confermare la meccanica di Newton e invece la distrusse, così Lenin, fondando il nazionalismo del XX secolo, era convinto di dar vita all’Internazionale comunista. Anche Stalin ci ha insegnato molto. Il socialismo in un solo paese esige che si elimini la libertà di seminare e di vendere, e Stalin non ha esitato a far fuori milioni di contadini. Hitler s’è reso conto che il socialismo nazionalista tedesco aveva un nemico: l’ebraismo. E ha deciso di eliminare milioni di ebrei. Hitler non è solo un allievo, però, è anche un genio! Le vostre purghe di partito del Trentasette, Stalin le ha ideate dopo che noi abbiamo fatto fuori Röhm: neanche Hitler ha esitato... Si fidi. Io ho parlato, lei ha taciuto, ma so di essere il suo specchio». "
― Vasily Grossman , Life and Fate
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" «Ho visto la forza incrollabile dell’idea del bene sociale, che è nata nel mio paese. L’ho vista nel periodo della collettivizzazione forzata e nel Trentasette. Ho visto uccidere nel nome di un ideale bello e umano come quello cristiano. Ho visto le campagne morire di fame, e i figli dei contadini che morivano tra le nevi della Siberia; ho visto le tradotte che da Mosca, Leningrado e altre città della Russia portavano in Siberia centinaia di migliaia di uomini e donne, i nemici della grande, luminosa idea del bene sociale. Era un’idea bella e grande, e ha ucciso senza pietà, ha rovinato le vite di molti, ha separato le mogli dai mariti, i figli dai padri. «Ora sul mondo incombe il grande orrore del nazismo tedesco. L’aria è impregnata delle grida e dei lamenti dei giustiziati. Nero è il cielo, e il sole si è spento nel fumo dei forni crematori. «Ma anche questi crimini – inauditi non solo per l’Universo, ma anche per gli uomini di questa Terra – sono compiuti in nome del bene. "
― Vasily Grossman , Life and Fate