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" Mentre lo interrogavano, Bube appariva rassegnato al suo destino. Lei non poteva vedere che faccia avesse, perché voltava le spalle al pubblico; e nemmeno udiva le parole, perché parlava piano, tanto che gli avvocati e i giornalisti si erano dovuti alzare dai tavoli per sentirlo. Di tanto in tanto il presidente lo interrompeva e dettava al cancelliere quello che doveva mettere a verbale. Povero Bube. Non aveva più la baldanza di un tempo. Era un poveretto rassegnato alla sua sorte. E Mara, fissando la sua schiena curva, si sentiva venire le lacrime agli occhi.
Poi guardava le facce dei giudici, una dopo l'altra: avrebbero avuto un po' di pietà?
Non si trattava che di questo: di un po' di pietà.
«Signori giudici, non vi chiediamo altro che un po' di pietà per questo giovane sfortunato». Ecco: era così che avrebbero dovuto parlare gli avvocati. "

Carlo Cassola , La ragazza di Bube


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Carlo Cassola quote : Mentre lo interrogavano, Bube appariva rassegnato al suo destino. Lei non poteva vedere che faccia avesse, perché voltava le spalle al pubblico; e nemmeno udiva le parole, perché parlava piano, tanto che gli avvocati e i giornalisti si erano dovuti alzare dai tavoli per sentirlo. Di tanto in tanto il presidente lo interrompeva e dettava al cancelliere quello che doveva mettere a verbale. Povero Bube. Non aveva più la baldanza di un tempo. Era un poveretto rassegnato alla sua sorte. E Mara, fissando la sua schiena curva, si sentiva venire le lacrime agli occhi. <br />Poi guardava le facce dei giudici, una dopo l'altra: avrebbero avuto un po' di pietà?<br />Non si trattava che di questo: di un po' di pietà.<br />«Signori giudici, non vi chiediamo altro che un po' di pietà per questo giovane sfortunato». Ecco: era così che avrebbero dovuto parlare gli avvocati.