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The Croning QUOTES

11 " Sognò che quella bestia lo gettava giù nel pozzo, quello che affondava nel suolo della grotta. Stava precipitando in esso, privo di forma e senza peso, non però in un baratro sotterraneo o un lago nel sottosuolo, ma nello spazio esterno, verso il cosmo. Accelerò attraverso i campi stellari oltre il potente sguardo del telescopio Hubble. La sua proiezione astrale zoomò verso una macchia di nera oscurità fra scintillanti punti luminosi e, nell’avvicinarsi, la chiazza si allargò in un vasto e terrificante alone esteso in lungo e in largo a comprendere in esso molti sistemi solari; una galassia minore e indipendente che gorgogliava avvolta su se stessa. Un ondeggiante coagulo contenente schiere di mondi morti, ognuno nel suo guscio sottilissimo.
Dentro a quei vuoti pianeti, ben al di sotto delle superfici sterili, regnavano le tenebre. Mari di caldo sangue ne ricolmavano gli antri più interni. I Figli dell’Antica Sanguisuga, il cui autentico nome era soltanto un ringhio incomprensibile che riecheggiava dentro alla sua mente, vivevano nei sanguinolenti flutti torcendosi su rive d’ossa dure come il diamante, e in milioni di tunnel intarsiati e decorati di altre ossa, quelle mietute a uno stuolo di vittime in verdi e azzurri mondi maturi al punto giusto, proprio come la Terra. I Figli colavano e si contorcevano in rumorosi tumuli, e persino nel sogno Don ringraziava Dio di non poterne scorgere che un’impressione vaga. Poiché erano composti della stessa sostanza di cui sono fatti gli incubi; abominazioni verminose in possesso di vili e incalcolabili intelletti che indossavano carni e spine dorsali d’uomini, e di bestie, per schermarsi dal sole e poter camminare in posizione eretta anziché limitarsi allo strisciare.. "

Laird Barron , The Croning

12 " La rauca risata di Bronson Ford fu, in tutta risposta, fragorosa. Una sezione di buio s’increspò di fiamma pallida, e moltitudini di stelle presero a ruotare come attraverso un vetro deformato. Costellazioni aliene tremolarono a contorcersi mentre una macchia nera vi si espandeva attraverso; fra loro c’era il sole come una rossa brace consumata, il sistema solare e i suoi pianeti in decomposizione, e Terra…
La Terra era ammantata in una velenosa foschia cremisi. Gli oceani ormai zuppa stagnante. Giungle in suppurazione ocra e marroni a ricoprire un emisfero; sterili deserti vulcanici a dominare l’altro. La maggior parte delle città erano sepolte in sabbie mobili, o sotto una vegetazione marcescente, o sprofondate in pozzi nella terra. Strutture ancora intatte ricoperte di fogliame, incrostate in ambrate glaciazioni, contorte in spuntoni di torri senza più somiglianza con le loro sembianze originali.
Primati si radunavano in queste marginalmente abitabili regioni, ma, mentre la lente di Bronson Ford si avvicinava a ingrandire la scena, apparve chiaro che quei miserabili erano deformati e fuori sesto esattamente come i grattacieli. Le loro masse si accalcavano verso uno ziqqurat grande quanto l’Empire State Building. La possente struttura era stata edificata con la carne e le ossa di innumerevoli cadaveri senzienti. Un nero e sgocciolante tunnel sull’Altrove si apriva nel suo centro. A grumi, e quindi a mandrie, le figure in arrivo si elevarono nell’aria e vennero risucchiate verso l’iride in chiusura. Strillavano come strillano le mosche. "

Laird Barron , The Croning