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1 " Quella laggiù, dunque, quel vasto presepio di luci sparse tra macchie d'alberi dalle colline al mare, quell'immota distesa d'acqua nel grembo fra edifici e monti, in cui il Vesuvio verberava fuochi e le case barbagli d'oro vecchio, era Napoli. "
― , Il resto di niente
2 " La città nascondeva inclinazione pedagogica. Senza volerti insegnare nulla ti costringeva ad apprendere, fra banalità, segreti pregevoli. I Napoletani li succhiavano col latte, ma ce n'era per tutti. Bastava stare attenti, riflettere. "
3 " «A Napoli la rivoluzione pochi la capiscono, pochissimi l'approvano, quasi nessuno la desidera».E Pagano aggiunse che incuteva paura proprio perché nessuno la capiva: incomprensibile, diventata mito.«Più che mito, moda» ribatté Cuoco. [...] «E poi, non è incomprensibile» proseguì, torvo, in girandola di tic. «L'idiozia dei nobili, del re, in Francia non poteva non scatenarla. E' più idiota voler far lo stesso in condizioni diverse: le rivoluzioni non s'esportano.» "
4 " «Oh, bien» concluse il generale, quand'ebbe capito «Ces Napolitains sont adorables. Un peuple simple, facile à gouverner. Il faut leur donner de grandes émotions, des couleurs, du spectacle, leur apparaître grands, forts, invincibles- Ils ont besoin d'un père, qui leur donne de l'assurance, de façon à pouvoir continuer à vivre leur vie simple et sans soucis». "
5 " «Donna Lionò, compatite il mio pensier. Pulcinella è 'no povero ddio. Un uomo di niente, un pezzente, un vigliacco. Uno che pensa solo a salvarsi la pelle nelle disgrazie che lo zeffonnano. Perciò è arraggioso, fetente, mariuolo, arrepassatore. Non è un eroe. [...] E poi,» sospira Cammarano, tornando a sedere «Pulcinella non è un tipo allegro. Sa le cose nascoste. Ca la Repubblica adda ferni', come finisce tutto, ca ll'uommene se credono de fa' chesto, de fa' chello, de cagna' lo munno, ma non è vero niente. Le c ose cambiano faccia, non sostanza: vanno sempre comme hanno da ì. Comme vo' lo Padrone. Lo munno non po' gira' a la mano smerza. Lo sole sponta tutte li mmatine e po' scenne la notte, la vita è 'na jurnata che passa: viene la morte e nisciuno la po' fera'. Perché è de mano de lo Padrone: di Dio. Pulcinella queste cose le ha sapute sempre, come volete che si metta a fare il giacobino? Lo po' pure fa', ma solo per far ridere, per soldi. Isso non ce crede». "
6 " Voglion essere lasciati in pace nella loro grande, bella città di giardini, cupole, spiagge. Nel sicuro protettivo dei vicoli, dei bassi, del tempo. Resteranno così? Com'essi vogliono? Sempre il vecchio problema: s'ha diritto di far felici gli altri imponendogli quella che riteniamo sia felicità? Felicità comporta sacrifici, s'ha diritto d'imporli a chi pensa che non valga la pena di farli? "
7 " «Ma ciò non giova alla causa della Repubblica. Tu sai che abbiamo i giorni contati: se dobbiamo finire, finiamo in bellezza. Non mostriamo a tutti che ci siamo clamorosamente sbagliati.»«Allora è solo per salvare la nostra vanità! Non dobbiamo mostrare d'aver sbagliato tutto. Ma a chi? Al mondo? Sai quanto se ne infischia, il mondo, di quel che succede in questo pezzetto di Terra a Sud d'Italia! Ai Napoletani? I Napoletani han già capito da un pezzo». "
8 " «Quando una persona non ha scopo per vivere, spegne lentamente la fiamma dell'animo. La riduce all'essenziale. Ma il fenomeno veramente strano è un altro. Questa persona avvertirà, pian piano, disgustoso piacere, forse l'unico che ne accompagni la squallida esistenza: il piacere della degradazione. Gusto di sporcizia, abbandono. E' difficile spiegarlo, ma l'ho notato nella gente che vive nei vicoli, nei fondaci. Come se, nell'infimo, si sentisse ad agio: senza responsabilità superiori.»«Ma facciamo tutti così» mormorò lei. «Ci lasciamo andare. Perché nessuno decide della propria vita. Non sa scegliere. O non può. Scelgano gli altri, le cose, al posto nostro: questa pure non è degradazione? E però, se scegliessimo, che ne conseguirebbe? Avventure dolorose, angoscia».«Ne varrebbe sempre la pena. Perché l'angoscia è segno di vita, è indizio che ancora si desidera futuro. E' quando s'è sicuri di non averlo che ci s'infetta». "
9 " Dev'essere chiara con se stessa: cosa pensa, davvero, di quanto sta accadendo? Ha, poi, un'idea della rivoluzione? Di come nasce, come andrà a finire? E cosa è mai rivoluzione? La rivoluzione è figlia di ragione o sentimento? Idee nuove girano in Europa, sul valore da restituire ai sentimenti. La ragione fallisce, senza dignità né decoro. E però i sentimenti non sono anch'essi fallaci? Barbari? Come s'edifica un mondo esclusivamente sul cuore? "