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" Luc e Cécile si sedevano sul bordo dei materassi, che erano stati trascinati l’uno accanto all’altro perché nessuno riusciva più a dormire da solo ed erano costretti a stringersi tutti e cinque nella camera matrimoniale. Senza sapere ancora che cosa dire ai figli, li cullavano, li coccolavano, cercavano almeno di rassicurarli. Ma si rendevano conto che le loro parole non possedevano più il potere magico di prima. Ormai si era insinuato un dubbio che soltanto il tempo avrebbe potuto sradicare. Era come se avessero rubato l’infanzia, ai bambini e anche ai genitori: i piccoli non si sarebbero mai più abbandonati fra le loro braccia con la stessa miracolosa fiducia, miracolosa ma normale a quell’età, nelle famiglie normali. E proprio pensando a questo, a ciò che era andato irrimediabilmente distrutto, Luc e Cécile hanno cominciato a piangere. "
― Emmanuel Carrère , L'Avversario
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" Per i credenti l’ora della morte è l’ora in cui si vede Dio, non più in modo oscuro, come dentro uno specchio, ma faccia a faccia. Perfino i non credenti credono in qualcosa di simile: che nel momento del trapasso si veda scorrere in un lampo la pellicola della propria vita, finalmente intelligibile. Per i vecchi Romand, questa visione, anziché rappresentare il pieno coronamento, aveva segnato il trionfo della menzogna e del male. Avrebbero dovuto vedere Dio e al suo posto avevano visto, sotto le sembianze dell’amato figlio, colui che la Bibbia chiama Satana: l’Avversario. "
― Emmanuel Carrère , L'Avversario
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" A quei tempi non mentivo, ma non confidavo mai le mie vere emozioni, se non al mio cane... Ero sempre sorridente e credo che i miei genitori non abbiano mai sospettato che ero triste...Non avevo nient’altro da nascondere allora, ma nascondevo questo: la mia angoscia, la mia tristezza... Magari sarebbero stati pronti ad ascoltarmi, come Florence del resto, eppure non sono mai riuscito a parlare... E quando rimani incastrato in questo ingranaggio, per non deludere, la prima bugia chiama la seconda, e poi vai avanti tutta la vita...» "
― Emmanuel Carrère , L'Avversario