1
" For him morality was neither conformism nor philosophic wisdom, but living the infinite fullness of possibilities. He believed in morality’s capacity for intensification, in stages of moral experience, and not merely, as most people do, in stages of moral understanding, as if it were something cut-and-dried for which people were just not pure enough. He believed in morality without believing in any specific moral system. Morality is generally understood to be a sort of police regulations for keeping life in order, and since life does not obey even these, they come to look as if they were really impossible to live up to and accordingly, in this sorry way, not really an ideal either. But morality must not be reduced to this level. Morality is imagination. This was what he wanted to make Agathe see. And his second point was: Imagination is not arbitrary. Once imagination is left to caprice, there is a price to pay. "
― Robert Musil , The Man Without Qualities
2
" And after all, if stupidity did not, when seen from within, look so exactly like talent as to be mistaken for it, and if it could not, when seen from the outside, appear as progress, genius, hope, and improvement, doubtless no one would want to be stupid, and there would be no stupidity. "
― Robert Musil , The Man Without Qualities
5
" Ich selbst spiele nie Billard, [...],aber ich weiß, dass man den Ball hoch oder tief, rechts oder links nehmen kann; man kann den zweiten Ball voll treffen oder streifen; man kann stark oder schwach stoßen; die Fälsche stärker oder schwächer wählen; und sicher gibt es noch viele solcher Möglichkeiten. Ich kann mir nun jedes dieser Elemente beliebig abgestuft denken, so gibt es also nahezu unendlich viele Kombinationsmöglichkeiten. Wollte ich sie theoretisch ermitteln, so müßte ich außer den Gesetzen der Mathematik und der Mechanik starrer Körper auch die der Elastizitätslehre berücksichtigen; ich müßte die Koeffizienten des Materials kennen; den Temperatureinfluß; ich müßte die feinsten Maßmethoden für die Koordination und Abstufung meiner motorischen Impulse besitzen; meine Distanzschätzung müßte genau wie ein Nonius sein; mein kombinatorisches Vermögen schneller und sicherer als ein Rechenschieber; zu schweigen von der Fehlerrechnung, die Streungsbreite und dem Umstand, daß das zu erreichende Ziel der richtigen Koinzidenz der beiden Bälle selbst kein eindeutiges ist, sondern eine um einen Mittelwert gelagerte Gruppe von eben noch genügenden Tatbeständen darstellt. "
― Robert Musil , The Man Without Qualities
18
" Non occorre davvero dilungarsi molto sull’argomento: la maggior parte degli uomini è oggi pienamente consapevole che la matematica è entrata come un demone in tutti i settori della vita. Forse non tutti credono alla storia del diavolo al quale si può vendere l’anima; ma coloro che dell’anima un po’ devono intendersene, perché in qualità di preti, storici e artisti ne ricavano buoni profitti, attestano che essa è stata mandata in rovina dalla matematica e che dalla matematica è scaturita un’intelligenza malvagia, grazie alla quale l’uomo è sì divenuto signore della terra, ma anche schiavo della macchina. L’aridità d’animo, l’orribile mescolanza di rigore nei dettagli e di indifferenza per l’insieme, la spaventosa solitudine dell’uomo in un deserto di particolari, la sua inquietudine, la malvagità, l’insensibilità, la sua sete di denaro, la freddezza e la violenza che caratterizzano il nostro tempo sarebbero da questo punto di vista solo e soltanto la conseguenza dei danni che un pensiero rigorosamente logico arreca all’anima. E così già allora, quando Ulrich divenne matematico, c’erano persone che pronosticavano il crollo della civiltà europea perché nell’uomo non albergavano più né la fede né l’amore, né l’innocenza né la bontà; e significativamente costoro, da ragazzi, quando andavano a scuola erano stati tutti piuttosto scadenti in matematica. "
― Robert Musil , The Man Without Qualities
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" Là in Kakania, in quello Stato incompreso, che ormai non esiste più e che in tante cose fu un modello ingiustamente sottovalutato, c’era anche velocità, ma non troppa. Quando si era all’estero e si ripensava a questo paese, sorgeva davanti agli occhi il ricordo di quelle sue strade bianche, larghe e comode, risalenti al tempo delle marce a piedi e dei postali, strade che si diramavano in tutte le direzioni, come le vie di trasmissione del regolamento, come i nastri del traliccio chiaro nelle uniformi dei soldati, e che cingevano le province con il braccio bianco-cartaceo dell’amministrazione. E che province! Ghiacciai e mari, il Carso e i campi di grano della Boemia, notti sull’Adriatico percorse dallo stridio inquieto dei grilli, e villaggi slovacchi dove il fumo usciva dai camini come da narici camuse e il villaggio se ne stava rannicchiato tra due collinette, quasi che la terra avesse dischiuso un poco le labbra per riscaldare il suo bambino. Naturalmente su quelle strade si incontravano anche automobili; ma non troppe. Ci si preparava anche là alla conquista dell’aria; ma senza eccedere in solerzia. Di quando in quando si faceva partire una nave per il Sudamerica o per l’Estremo Oriente; ma non troppo spesso. Non si ambiva al dominio del mondo, né dal punto di vista economico né da quello politico; si era al centro dell’Europa, dove si intersecano gli antichi assi del mondo; le parole “colonia” e “oltremare” risuonavano ancora come un qualcosa di remoto e di non sperimentato. Si viveva nel lusso, ma di certo non con l’estrema raffinatezza dei francesi. Si praticava lo sport, ma non da forsennati come gli anglosassoni. Si spendevano somme ingenti per l’esercito, ma solo quel tanto che bastava per esser certi di rimanere la penultima delle grandi potenze. Anche la capitale, pur essendo una delle città più grandi del mondo, era un po’ più piccola di tutte le altre, ma notevolmente più grande di quanto lo siano di solito le grandi città. E l’amministrazione di questo paese, illuminata, discreta, volta a smussare prudentemente tutti gli spigoli, era nelle mani della migliore burocrazia d’Europa, alla quale si poteva rimproverare un solo difetto: ritenere saccenteria e presunzione il genio e la geniale intraprendenza dei privati che non fossero legittimati a ciò dal privilegio di alti natali o di un incarico statale. E d’altronde, c’è forse qualcuno cui piaccia farsi comandare da chi non è autorizzato? In Kakania, poi, un genio passava sempre per uno sciocco, ma a differenza di quel che capitava dalle altre parti, non succedeva mai che uno sciocco passasse per un genio. "
― Robert Musil , The Man Without Qualities