8
" C'est l'histoire d'un caillou triste. C'est dur d'être triste, quand on est un caillou et qu'on n'a même pas des mains pour essuyer ses larmes. Il roule sa vie, le petit caillou, tant bien que mal, au milieu des choux, des hiboux et des ornicars. Un jour le voilà qui se coince dans la semelle d'une grosse chaussure qu'il n'avait pas vue venir, entre les rainures de caoutchouc. Il éprouve soudain une peur immense, à voir s'éloigner ce petit bout de chemin, où il a toujours vécu. Aussi loin qu'il s'en souvienne. Il part pour une nouvelle vie, mais il se sent si petit, si fatigué. si vulnérable. Il pleure, mais qui a jamais entendu un caillou pleurer, un petit caillou blessé dans son âme, depuis si longtemps? Et la chaussure l'emporte, loin, si loin, si vite qu'il en a mal au coeur. "
― Delphine de Vigan , Jours sans faim
12
" La desnudez de ese espacio la tranquiliza, como si sus únicas posesiones fueran unas camisas y dos o tres libros. Le da miedo la abundancia, lo que la espera en su casa, los armarios repletos de ropa, de cartas, de papeles, la vajilla. Le da miedo el apego que siente, a su pesar, por esas cosas, su dependencia. Le dan miedo esos objetos que arrastra consigo como ruidosas cacerolas. Le gustaría ser capaz de tirarlo todo, no poseer nada. Ese excedente dentro y fuera de ella con el que no sabe qué hacer. "
― Delphine de Vigan , Jours sans faim
14
" C'era una volta una bambina che leggeva tutto il giorno appollaiata sugli alberi. Una sera, quando la chiamano per cena, si rifiuta di scendere. Cala la notte, ma lei non ha paura. In lontananza si odono dei tuoni, in lontananza i fulmini squarciano il cielo sereno. È la storia di una bambina in equilibrio su un ramo, che si ciba solo di libri.
Passano i giorni e la bambina è ancora lassù, la chiamano, la supplicano di scendere, portano scale e sgabelli, le promettono nastri e pianoforti, le promettono la luna.
È la favola di una bambina che mangia la carta, pagine su pagine. Ben presto, tutto il corpo le diventa grigio, la pioggia le lascia strisce d'inchiostro sulla pelle.
Ben presto, inizia a rimpicciolirsi, diventa minuscola, sottile come una pergamena consunta o come una foglia d'oro. Portano via le scale e gli sgabelli. La lasciano svanire in cima al ramo. Piangono in silenzio, piangono dentro, accanto al fuoco, piangono la bambina che era, in carne e zucchero, piangono quella bambina smarrita che continua a sciogliersi e si chiedono dove trovi ancora la forza per stare aggrappata all'albero. Una sera, il silenzio è rotto dallo scoppio di un temporale. I rami si piegano sotto la furia del vento. Un vento fortissimo, come non si era mai visto. Al mattino, la bambina non c'è più. Ha lasciato un messaggio sull'albero, scarabocchiato su un pezzo di carta. Ma è una frase illeggibile. "
― Delphine de Vigan , Jours sans faim