Home > Work > The Sleeping Nymph (Teresa Battaglia #2)
1 " Massimo si stupiva ogni volta di quanto il castano mielato delle sue efelidi fosse lo stesso delle iridi e deicapelli. Se avesse dovuto paragonarla a una sensazione, sarebbe stata quella della polvere di cannella tra le dita: odorosa, dorata e inafferrabile. "
― Ilaria Tuti , The Sleeping Nymph (Teresa Battaglia #2)
2 " Marini ubbidì e i messaggi sonori del bosco li raggiunsero come aliti di un organismo ospite. Non c’era silenzio come Teresa aveva immaginato, ma una sinfonia di voci armoniose legate le une alle altre da una simbiosi profonda: i richiami tra i rami verdeggianti, lo scroscio dell’acqua che cadeva tra le rocce, lo sciabordio dolce che emetteva quando scorreva più lenta, a monte. I crepitii repentini tra i rovi, i fruscii di esseri striscianti, nel sottobosco. Il vento era un fremito che percorreva le sommità degli alberi come un’onda che fletteva e risollevava. Anche la luce sembrava avere un suono in quello spazio fatto di vibrazioni: era un tono basso che si allungava sulla pelle di Teresa, sui petali dei fiori, sulle foglie e sulle cortecce e ne liberava il profumo. Saltava sull’acqua in giochi luminosi e scaldava la pietra luccicante. "
3 " Teresa assorbiva gli umori del mondo, le luci e le ombre e le faceva sue. Tanto era il buio entrato in lei, ma in qualche modo, in gran parte, era riuscita a trasformarlo in fuoco, in passione ardente per la vita. L’oscurità era precipitata nei recessi della sua anima e lei aveva imparato a conviverci, a non agitarla come avrebbe fatto con un veleno. Lasciava che si adagiasse sul fondo, però c’era, la sentiva sollevarsi di tanto in tanto come un vapore tossico. "
4 " C’era sempre un sentimento di pena che accompagnava Teresa quando doveva fare un sopralluogo nella casa di una vittima o di una persona scomparsa. Qualcosa delle persone che non c’erano più restava sospesa tra le pareti, sul tavolo dove non avrebbero più mangiato, sul letto che non avrebbe più accolto il loro corpo stanco, sugli oggetti quotidiani, Teresa capiva sempre con un brivido quando una persona scomparsa aveva cessato di respirare: era come se tornasse nella sua casa sotto forma di quel sentore sospeso, carico di nostalgia per ciò che non poteva più sfiorare. Non aveva mai sbagliato.Fu così anche per Emmanuel Turan: capì subito che non c’era più. "
5 " Questo nuovo diario non mi mette a mio agio. È come sostituire una persona che non si trova più: come si può? Si continua a cercarla. Si impazzisce, per lei. Ci si strappa la vita di dosso. È la sua assenza, paradossalmente, a renderla sempre presente e tangibile. È il vuoto a definire la sua importanza, il suo riempirsi di lacrime fino all’orlo e oltre. È un piovere al contrario, verso il cielo. "