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1 " Poco alla volta, si protese verso di lui e gli prese la destra. "Ovunque andrai, tienimi con te" sussurro'. "Non saro' un peso, te lo giuro. Faro' cio' che vuoi..." Gli guido' la mano sotto la casacca e la camicia, sulla pelle nuda. Manente si umetto' le labbra perche' senti' sotto le dita un seno, piccolo, delicato, e il cuore della ragazza affannato come un cardellino in gabbia. Fu attraversato da un brivido. "Selvaggia, no..." tento' di protestare, con la voce gia' roca "Non con uno come me." Non doveva andare in quel modo: lei era cosi' giovane, ancora innocente, fragile, l'avrebbe rovinata solo a toccarla. Selvaggia non gli presto' ascolto ma si spinse ancora piu' vicina. Accosto' il viso al suo. "Tienimi con te, ti prego..." Manente avrebbe potuto respingerla con la mano che le teneva gia' addosso e invece non ne trovo' la forza. Il suo braccio si piego', cedendo al movimento della ragazza; le sue dita premevano sulla pelle calda. Quando Selvaggia gli poso' le labbra sulle sue in un bacio inesperto, l'intero corpo reagi'. Manente chiuse gli occhi per un istante, mentre la frenesia gli conquistava il cervello. Eppure non era solo il desiderio carnale ad accendergli quel fuoco dentro. Era piuttosto la promessa contenuta in quel bacio cosi' maldestro ma accompagnato da lacrime sincere: la promessa di un affetto, di un legame, di una vita da trascorrere non piu' in solitudine come un cane randagio. Una vita da uomo. "
― Cecilia Randall , Gens Arcana
2 " A quel pensiero, Manente chiuse le dita sul seno della ragazza, immaginandosi cosa significasse avere qualcuno accanto fino alla fine dei propi giorni, addormentandosi con un bacio alla notte e svegliarsi al mattino con il calore di un altro corpo accanto a se' sotto le coperte. Ma Selvaggia non era solo qualcuno e quel seno soffice sotto le dita non era semplicemente un corpo. Il suo calore parlava al cuore come alla carne e Manente scopri' di volerlo assaporare fino in fondo, di non volervi rinunciare ora che l'aveva assaggiato. Selvaggia era entrata di prepotenza nel suo orizzonte e aveva fatto di tutto per rimanervi: ostinata, ficcanaso, ingenua, coraggiosa, spontanea, tenera... "Mia" penso' Manente alla fine di quel ragionamento frenetico. Lei gli si era offerta e ora lui la voleva: guai a chi avesse tentato di portagliela via. Serro' la presa, con l'istinto irresistibile di arrivare anche a mordere quello scricciolo temerario e indifeso, pur di marcarne il possesso. Selvaggia tremo' sotto la sua mano, emise un gemito e tanto basto' a Manente per impadronirsi della sua bocca socchiusa, scoprendola dolce e arrendevole. Perse ogni pensiero razionale, ogni scrupolo. Rovescio' la ragazza sul giaciglio e fu sopra di lei con l'unico desiderio di farsi ubriacare dalla morbidezza delle sua pelle. "