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" «Sei una donnola
bianca, però. Ti si adatta.» Gli strinse le dita attorno all'uccello; non
riusciva a immaginare di potersi stancare di toccarlo.
«E tu sei cosa? Una donnola nera?» chiese lui,
facendogli scivolare giù i pantaloni e gli slip, per poi baciarlo con fervore
spingendo il bacino contro la sua mano.
«Già. È piuttosto ovvio che io non riesca ad
adattarmi al loro modo di vedere le cose,» mormorò contro le sue labbra, dando
un affondo brusco con la mano sulla sua asta, che gli pulsò tra le dita in
maniera gloriosa. Al momento, comunque, Ethan aveva altro a cui pensare; era
piuttosto occupato a cercare di valutare la logistica del sesso. Era entusiasta
di riempirsi la bocca con un grosso uccello, ma sarebbe stata la stessa cosa
quando sarebbero passati al sesso anale? E se lo avesse odiato?
«Ma ti adatti a me,» sussurrò Robert
arrancando verso il box doccia, tremante. Ethan ebbe la sensazione che il suo
cazzo fosse come un guinzaglio che avrebbe potuto usare per dirigerlo.
«Oh, lo spero.» Rise nervosamente, ma lo seguì
nella doccia, godendosi quella magnifica sagoma; spalle larghe, stomaco teso,
grosso uccello. Era inciampato contro il ragazzo dei suoi sogni più sfrenati "
― K.A. Merikan , Not Like Other Boys
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" Boccheggiò e si alzò in punta di piedi. «E a
che cosa hai pensato?» sussurrò, lasciando che le sue dita esplorassero ogni muscolo della schiena di Robert. Non avrebbe mai pensato di poter essere così timido, soprattutto non dopo averlo aggredito con la sua nudità al loro primo incontro. Che avrebbe pensato Rob di lui e del suo corpo? Del suo odore, della sensazione che provava mentre Ethan lo stringeva, del modo in cui si adattava tra le sue braccia forti...
Robert ridacchiò e si allungò verso il ripiano
di vetro per prendere dello shampoo dal profumo fresco; cominciò a sfregargli la testa, con gli occhi così concentrati su di lui che Ethan si sentì come se fosse l'unica persona rimasta sul pianeta. «Wow... è una domanda difficile. C'è così tanto che... che cosa vuoi sapere?»
Sorrise a quelle attenzioni; Rob era così
premuroso che lo faceva sciogliere di più ogni minuto. Aveva sempre pensato che Robert Hunter, il quarterback della squadra di football, così figo e sicuro di sé, sarebbe stato una persona più diretta ed egoista, nell’intimità. Invece le sue azioni ogni tanto facevano vergognare Ethan di essere così avido "
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" «Sono felice che supporti le mie decisioni,»
aggiunse lui rompendo la calotta di pasta frolla con un cucchiaio e versando in una ciotola una generosa porzione di pie alle fragole, per poi passargliela.
Lei sospirò e la prese. «Grazie. Io torno a
dormire, è stata una lunga notte. Invitalo a cena, prima o poi, d'accordo? Voglio incontrarlo come si deve.»
«Certo. Solo, non spaventarlo.» Robert sorrise
e decorò i frullati con delle foglie di basilico fresco.
«Come potrei mai spaventarlo? È un cerbiatto?»
Scosse la testa e lasciò la tazza da caffè vuota nel lavandino.
«No, è una donnola,» ribatté Rob, tirando
fuori dal forno i mini flan.
«Se è un qualche nuovo gergo gay non riesco a
capirlo» "
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