Se fosse vero, dalla composizione di tutti i contesti espressivi dovremmo dedurre che le idee, in questo Paese, le abbiano soprattutto i maschi.
[...]
"È offensivo coinvolgere le donne solo in quanto donne."
Offensivo è pensare che le donne vogliano essere presenti solo in quanto donne. Nessuna chiede spazio in forza del suo utero. Semplicemente pensiamo che quelle di noi che sanno qualcosa di interessante abbiano lo stesso diritto a dirlo che avrebbe un uomo con quella competenza. Se però nove volte su dieci a dire quella cosa viene chiamato un uomo, le ipotesi sono due: o gli uomini sono effettivamente piú bravi a dirla, o chi li invita ne è convinto.
[...]
"Non ci sono nomi di donne prestigiosi come quelli degli uomini."
L’assunto sarebbe vero se il prestigio fosse un dato di natura, ma nessuno viene deposto in culla già autorevole. L’autorevolezza non deriva solo da quanto è interessante quello che dici, ma dalla possibilità che quello che dici possa influenzare molte persone. Il prestigio delle competenze maschili si è costruito attraverso decine di occasioni di visibilità che nel tempo alle donne non sono state offerte. Continuare a invitare solo uomini a esprimere il proprio pensiero è un modo per consolidare il pregiudizio che gli unici pensieri prestigiosi siano quelli maschili.
[...]
"Le donne sono meno competenti."
Chi ha il coraggio di affermarlo ha il mio rispetto, perché sta finalmente ammettendo che esiste una discriminazione nel suo modo di giudicare il lavoro intellettuale delle donne. Solo che, anziché attribuire la colpa di questa discriminazione al suo maschilismo, la attribuisce alle donne stesse, il che è un po’ come il noto ragionamento del razzista: «Non sono io che sono razzista, sono loro che sono negri».
[...]
"Correre appresso alle quote rosa fa perdere un sacco di tempo."
Certo che si perde tempo se prima si fanno gli inviti e dopo ci si chiede «Quante donne ho messo?» Significa che le donne che verranno inserite non risponderanno a un bisogno di rappresentazione del pensiero, ma di rappresentazione delle donne e questo le renderà un fastidioso pedaggio da pagare al politicamente corretto.
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" Contano le idee e non chi le porta."
Se fosse vero, dalla composizione di tutti i contesti espressivi dovremmo dedurre che le idee, in questo Paese, le abbiano soprattutto i maschi.
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"È offensivo coinvolgere le donne solo in quanto donne."
Offensivo è pensare che le donne vogliano essere presenti solo in quanto donne. Nessuna chiede spazio in forza del suo utero. Semplicemente pensiamo che quelle di noi che sanno qualcosa di interessante abbiano lo stesso diritto a dirlo che avrebbe un uomo con quella competenza. Se però nove volte su dieci a dire quella cosa viene chiamato un uomo, le ipotesi sono due: o gli uomini sono effettivamente piú bravi a dirla, o chi li invita ne è convinto.
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"Non ci sono nomi di donne prestigiosi come quelli degli uomini."
L’assunto sarebbe vero se il prestigio fosse un dato di natura, ma nessuno viene deposto in culla già autorevole. L’autorevolezza non deriva solo da quanto è interessante quello che dici, ma dalla possibilità che quello che dici possa influenzare molte persone. Il prestigio delle competenze maschili si è costruito attraverso decine di occasioni di visibilità che nel tempo alle donne non sono state offerte. Continuare a invitare solo uomini a esprimere il proprio pensiero è un modo per consolidare il pregiudizio che gli unici pensieri prestigiosi siano quelli maschili.
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"Le donne sono meno competenti."
Chi ha il coraggio di affermarlo ha il mio rispetto, perché sta finalmente ammettendo che esiste una discriminazione nel suo modo di giudicare il lavoro intellettuale delle donne. Solo che, anziché attribuire la colpa di questa discriminazione al suo maschilismo, la attribuisce alle donne stesse, il che è un po’ come il noto ragionamento del razzista: «Non sono io che sono razzista, sono loro che sono negri».
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"Correre appresso alle quote rosa fa perdere un sacco di tempo."
Certo che si perde tempo se prima si fanno gli inviti e dopo ci si chiede «Quante donne ho messo?» Significa che le donne che verranno inserite non risponderanno a un bisogno di rappresentazione del pensiero, ma di rappresentazione delle donne e questo le renderà un fastidioso pedaggio da pagare al politicamente corretto.
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Michela Murgia , Stai zitta


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Michela Murgia quote : Contano le idee e non chi le porta.Se fosse vero, dalla composizione di tutti i contesti espressivi dovremmo dedurre che le idee, in questo Paese, le abbiano soprattutto i maschi.
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"È offensivo coinvolgere le donne solo in quanto donne."
Offensivo è pensare che le donne vogliano essere presenti solo in quanto donne. Nessuna chiede spazio in forza del suo utero. Semplicemente pensiamo che quelle di noi che sanno qualcosa di interessante abbiano lo stesso diritto a dirlo che avrebbe un uomo con quella competenza. Se però nove volte su dieci a dire quella cosa viene chiamato un uomo, le ipotesi sono due: o gli uomini sono effettivamente piú bravi a dirla, o chi li invita ne è convinto.
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"Non ci sono nomi di donne prestigiosi come quelli degli uomini."
L’assunto sarebbe vero se il prestigio fosse un dato di natura, ma nessuno viene deposto in culla già autorevole. L’autorevolezza non deriva solo da quanto è interessante quello che dici, ma dalla possibilità che quello che dici possa influenzare molte persone. Il prestigio delle competenze maschili si è costruito attraverso decine di occasioni di visibilità che nel tempo alle donne non sono state offerte. Continuare a invitare solo uomini a esprimere il proprio pensiero è un modo per consolidare il pregiudizio che gli unici pensieri prestigiosi siano quelli maschili.
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"Le donne sono meno competenti."
Chi ha il coraggio di affermarlo ha il mio rispetto, perché sta finalmente ammettendo che esiste una discriminazione nel suo modo di giudicare il lavoro intellettuale delle donne. Solo che, anziché attribuire la colpa di questa discriminazione al suo maschilismo, la attribuisce alle donne stesse, il che è un po’ come il noto ragionamento del razzista: «Non sono io che sono razzista, sono loro che sono negri».
[...]
"Correre appresso alle quote rosa fa perdere un sacco di tempo."
Certo che si perde tempo se prima si fanno gli inviti e dopo ci si chiede «Quante donne ho messo?» Significa che le donne che verranno inserite non risponderanno a un bisogno di rappresentazione del pensiero, ma di rappresentazione delle donne e questo le renderà un fastidioso pedaggio da pagare al politicamente corretto.
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