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" Mi ricordo e non voglio farlo. Voglio soltanto stare qui con te e scordare tutto il resto.”
“Io non voglio più dimenticare,” disse James. “Mai più.” Continuava a ripetere quelle parole come un mantra o una preghiera. “Mai più. Me ne sono ricordato adesso solo perché erano anni – ma quanti? – che non provavo nulla di così vero. Non ricordavo più cosa volesse dire essere guardato. Toccato. Cosa volesse dire parlare con qualcuno. Siamo stati rinchiusi qui, circondati da fantasmi.”
“Smettila,” disse Peter a metà fra l’ira e la supplica. “Stai rovinando tutto.”
James sembrò finalmente capire che Peter era arrabbiato con lui; lo guardò con le lacrime che gli rigavano le guance. “Peter,” disse, “Sono stato qui da solo e senza nulla. Tu sei l’unica cosa bella, l’unica cosa vera, che mi sia capitata in tutto questo tempo. Sei l’unico ad avermi chiamato per nome.” Gli strinse la mano con dita tremanti. “Dobbiamo andare via da qui. Subito. Prima che l’isola ci faccia dimenticare di nuovo.”
“No!” Peter si staccò dalla sua presa cercando di mettersi in piedi, indietreggiando come se James potesse infettarlo con quei pensieri. “Non m’importa nulla se questo posto non è vero,” disse. “Per me lo è abbastanza. Ed è un posto migliore. È tutto quello che ho. Io voglio… Voglio restare qui fino alla mia morte.”
James era scioccato. “Che stai dicendo? Che tipo di vita pensi di poter avere qui?”
“Sarò Peter Pan. Per sempre.” Sarebbe stato abbastanza. Doveva essere abbastanza. Avrebbe potuto dimenticare anche James un giorno. “Sarò come le fate.”
“Quello che dici non ha senso e lo sai benissimo,” disse James alzandosi in piedi su gambe tremanti. “Vieni via con me. Ti prego.” Allungò una mano.
“Tu vai pure se vuoi,” disse con la voce più fredda possibile. “Io resto qui.”
Volò via prima che James potesse fermarlo "

Austin Chant , Peter Darling


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Austin Chant quote : Mi ricordo e non voglio farlo. Voglio soltanto stare qui con te e scordare tutto il resto.”<br />“Io non voglio più dimenticare,” disse James. “Mai più.” Continuava a ripetere quelle parole come un mantra o una preghiera. “Mai più. Me ne sono ricordato adesso solo perché erano anni – ma quanti? – che non provavo nulla di così vero. Non ricordavo più cosa volesse dire essere guardato. Toccato. Cosa volesse dire parlare con qualcuno. Siamo stati rinchiusi qui, circondati da fantasmi.”<br />“Smettila,” disse Peter a metà fra l’ira e la supplica. “Stai rovinando tutto.”<br />James sembrò finalmente capire che Peter era arrabbiato con lui; lo guardò con le lacrime che gli rigavano le guance. “Peter,” disse, “Sono stato qui da solo e senza nulla. Tu sei l’unica cosa bella, l’unica cosa vera, che mi sia capitata in tutto questo tempo. Sei l’unico ad avermi chiamato per nome.” Gli strinse la mano con dita tremanti. “Dobbiamo andare via da qui. Subito. Prima che l’isola ci faccia dimenticare di nuovo.”<br />“No!” Peter si staccò dalla sua presa cercando di mettersi in piedi, indietreggiando come se James potesse infettarlo con quei pensieri. “Non m’importa nulla se questo posto non è vero,” disse. “Per me lo è abbastanza. Ed è un posto migliore. È tutto quello che ho. Io voglio… Voglio restare qui fino alla mia morte.”<br />James era scioccato. “Che stai dicendo? Che tipo di vita pensi di poter avere qui?”<br />“Sarò Peter Pan. Per sempre.” Sarebbe stato abbastanza. Doveva essere abbastanza. Avrebbe potuto dimenticare anche James un giorno. “Sarò come le fate.”<br />“Quello che dici non ha senso e lo sai benissimo,” disse James alzandosi in piedi su gambe tremanti. “Vieni via con me. Ti prego.” Allungò una mano.<br />“Tu vai pure se vuoi,” disse con la voce più fredda possibile. “Io resto qui.”<br />Volò via prima che James potesse fermarlo