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" Pur essendosi ormai rassegnata a tenere il cappello fermo con la mano destra, con la quale reggeva pure l’ombrellino e una piccola borsa di velluto blu, Miss Portland procedeva spedita, lo sguardo fisso a terra, ormai a pochi metri dal calesse di Maylon.
E lo avrebbe superato senza prestare alcuna attenzione, né all’uomo che lo guidava né al cavallo che lo tirava, se l’ottavo conte di Maylon non ne fosse smontato con un salto e non le si fosse parato davanti sbarrandole la strada.

«Miss Portland, è un piacere insperato incontrarvi.»
Sophie sussultò e sollevando lo sguardo si trovò di fronte quell’uomo. Che nelle ultime due settimane tante volte era riuscita abilmente a evitare.
Lo fissò senza nascondere la propria sorpresa e, con un semplice «Lord Maylon» e una frettolosa riverenza, si apprestò a proseguire il proprio cammino. Tentativo sprecato, perché lui, di nuovo, le si parò davanti.
Che cosa voleva da lei?
«Ho appena fatto visita alla vostra madrina, illudendomi di incontrarvi, Miss Portland. Ma è evidente che non ho avuto questa fortuna. Così, quando vi ho vista, ho sperato che mi avreste fatto l’onore di lasciarvi ricondurre a casa.»
La mano ancora sul cappello, il pericoloso ombrellino puntato verso di lui come una lancia in resta, Sophie socchiuse gli occhi come per osservarlo meglio e, senza giri di parole, gli chiese: «Per quale ragione, Lord Maylon, vorreste ricondurmi a casa, quando sono quasi arrivata?»

***
Tutte le risposte che vennero alle labbra di sua signoria non avrebbero potuto essere riferite a Sophie senza il ricorso a imbarazzanti spiegazioni.
Se le avesse detto che voleva riaccompagnarla a casa per poter rimanere finalmente solo con lei, anche se per pochi minuti, avrebbe dovuto spiegarle anche il perché di quel desiderio. Avrebbe dovuto confessarle che da quando si erano incontrati non faceva che pensare a lei. Con un’intensità fastidiosa e insistente, tanto da non essere più riuscito a guardare né tantomeno a toccare un’altra donna.
No, questa spiegazione era fuori luogo, l’avrebbe scandalizzata: era una debuttante, dopo tutto.
Avrebbe potuto dirle che voleva respirare il suo profumo, che sapeva di mughetti e viole, gioire del suo sorriso coinvolgente e pericolosamente sensuale, sentirsi circondato dalla vitalità e dal calore che il suo corpo sprigionava, ascoltare la sua voce e perdersi nei suoi occhi.
Scartò anche questa ipotesi, ritenendo che tale risposta avrebbe potuto apparire a Miss Portland non solo esagerata ma del tutto sciocca.
Quindi, con tono rude e sguardo severo, si limitò a fornirle più che una sola motivazione, un intero elenco di ragioni inappuntabili.
«Primo, perché è tardi, Miss Portland, e Lady Rumphill era molto preoccupata che non foste ancora rientrata a casa. Secondo, perché la borsa che portate è talmente pesante che, se non ve ne liberate subito, domani avrete difficoltà a muovere le braccia... a proposito, quando contate di leggere tutti quei libri, Miss Portland?... e, terzo, perché altrimenti finirete col perdere quel delizioso cappello di paglia che a quanto pare non vuole rimanervi sulla testa. Forse perché la vostra testa è talmente dura da scoraggiare anche un cappello. Allora, salite o devo convincervi in altro modo?»
«È questo che pensate della mia testa, my lord?» gli rispose lei, le labbra arrotondate in un Oh! oltraggiato.
«Questo, e molto altro.»
«Non oso davvero chiedervi cosa intendiate per molto altro, ma presumo sia meglio evitare di darvi quest’ulteriore soddisfazione.»

E mentre diceva queste parole, docile docile Miss Portland gli permise di aiutarla a salire sul calesse, mentre lui, pur sorpreso dalla resa di lei, ancora sogghignava per quella risposta tagliente.

*** "

Viviana Giorgi , Zitta e ferma Miss Portland!


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Viviana Giorgi quote : Pur essendosi ormai rassegnata a tenere il cappello fermo con la mano destra, con la quale reggeva pure l’ombrellino e una piccola borsa di velluto blu, Miss Portland procedeva spedita, lo sguardo fisso a terra, ormai a pochi metri dal calesse di Maylon.<br />E lo avrebbe superato senza prestare alcuna attenzione, né all’uomo che lo guidava né al cavallo che lo tirava, se l’ottavo conte di Maylon non ne fosse smontato con un salto e non le si fosse parato davanti sbarrandole la strada.<br /><br />«Miss Portland, è un piacere insperato incontrarvi.»<br />Sophie sussultò e sollevando lo sguardo si trovò di fronte quell’uomo. Che nelle ultime due settimane tante volte era riuscita abilmente a evitare.<br />Lo fissò senza nascondere la propria sorpresa e, con un semplice «Lord Maylon» e una frettolosa riverenza, si apprestò a proseguire il proprio cammino. Tentativo sprecato, perché lui, di nuovo, le si parò davanti.<br />Che cosa voleva da lei?<br />«Ho appena fatto visita alla vostra madrina, illudendomi di incontrarvi, Miss Portland. Ma è evidente che non ho avuto questa fortuna. Così, quando vi ho vista, ho sperato che mi avreste fatto l’onore di lasciarvi ricondurre a casa.»<br />La mano ancora sul cappello, il pericoloso ombrellino puntato verso di lui come una lancia in resta, Sophie socchiuse gli occhi come per osservarlo meglio e, senza giri di parole, gli chiese: «Per quale ragione, Lord Maylon, vorreste ricondurmi a casa, quando sono quasi arrivata?»<br /><br />***<br />Tutte le risposte che vennero alle labbra di sua signoria non avrebbero potuto essere riferite a Sophie senza il ricorso a imbarazzanti spiegazioni.<br />Se le avesse detto che voleva riaccompagnarla a casa per poter rimanere finalmente solo con lei, anche se per pochi minuti, avrebbe dovuto spiegarle anche il perché di quel desiderio. Avrebbe dovuto confessarle che da quando si erano incontrati non faceva che pensare a lei. Con un’intensità fastidiosa e insistente, tanto da non essere più riuscito a guardare né tantomeno a toccare un’altra donna.<br />No, questa spiegazione era fuori luogo, l’avrebbe scandalizzata: era una debuttante, dopo tutto.<br />Avrebbe potuto dirle che voleva respirare il suo profumo, che sapeva di mughetti e viole, gioire del suo sorriso coinvolgente e pericolosamente sensuale, sentirsi circondato dalla vitalità e dal calore che il suo corpo sprigionava, ascoltare la sua voce e perdersi nei suoi occhi.<br />Scartò anche questa ipotesi, ritenendo che tale risposta avrebbe potuto apparire a Miss Portland non solo esagerata ma del tutto sciocca.<br />Quindi, con tono rude e sguardo severo, si limitò a fornirle più che una sola motivazione, un intero elenco di ragioni inappuntabili.<br />«Primo, perché è tardi, Miss Portland, e Lady Rumphill era molto preoccupata che non foste ancora rientrata a casa. Secondo, perché la borsa che portate è talmente pesante che, se non ve ne liberate subito, domani avrete difficoltà a muovere le braccia... a proposito, quando contate di leggere tutti quei libri, Miss Portland?... e, terzo, perché altrimenti finirete col perdere quel delizioso cappello di paglia che a quanto pare non vuole rimanervi sulla testa. Forse perché la vostra testa è talmente dura da scoraggiare anche un cappello. Allora, salite o devo convincervi in altro modo?»<br />«È questo che pensate della mia testa, my lord?» gli rispose lei, le labbra arrotondate in un Oh! oltraggiato.<br />«Questo, e molto altro.»<br />«Non oso davvero chiedervi cosa intendiate per molto altro, ma presumo sia meglio evitare di darvi quest’ulteriore soddisfazione.»<br /><br />E mentre diceva queste parole, docile docile Miss Portland gli permise di aiutarla a salire sul calesse, mentre lui, pur sorpreso dalla resa di lei, ancora sogghignava per quella risposta tagliente. <br /><br />***