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" Tutti i giochi sono già stati fatti: la religione, la cultura, la storia, il pensiero, le gerarchie, le leggi, il potere insomma sono in mano agli altri. L’unica porta rimasta aperta, l’unica possibilità di sopravvivenza è quella di accettare la sconfitta: e trasformare l’errore, il calcolo, l’inganno, nella propria realtà. Essere per sempre escluse e secondarie, dipendenti e non autonome, servili e impotenti. Adattarsi alle pretese del padrone che come è ovvio vuole che la sua vita sia facilitata e non complicata dalle femmine. È lui che detta le regole. La femminilità deve essere tutto ciò che dà meno fastidio, che serve di più, che lo fa sentire più importante e più grande, che rafforza il suo potere, che gli concede di coltivare la parte di se stesso di cui si vergogna di più, affibbiandola però come essenziale alla sua parte negativa, la donna. "
― , Delle donne non si sa niente. Le italiane. Come erano, come sono, come saranno
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" Le donne sono servite, in tutti questi secoli, come specchi dal magico e delizioso potere di riflettere la figura dell’uomo grande il doppio… Il Superuomo e il Dito del Destino non sarebbero mai esistiti… Qualunque sia il loro uso nelle società civilizzate gli specchi sono essenziali ad ogni azione violenta ed eroica. Ecco perché Napoleone e Mussolini insistono tutti e due con enfasi sull’inferiorità della donna, perché se le donne non fossero inferiori, essi smetterebbero di crescere… Come (l’uomo) potrebbe giudicare, civilizzare primitivi, fare leggi, scrivere libri, abbigliarsi e parlare ai banchetti se non potesse vedersi, a colazione e a pranzo, due volte più grande di quanto non sia in realtà? VIRGINIA WOOLF, Una stanza per sé, 1928 Per "
― , Delle donne non si sa niente. Le italiane. Come erano, come sono, come saranno