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" «Io ho pochissimi amici, forse nessuno di veramente intimo. Ho delle conoscenze, dei ragazzi e delle ragazze come me, la mia amica che ti parlò ieri al telefono, per esempio, con i quali scherzo, ballo, studio, faccio i pettegolezzi, ci scambiamo le idee, facciamo gli scemi e le persone serie a seconda delle circostanze, ma dentro, dentro è diverso. Ci sono dei tasti che toccati una volta per conoscersi quali siamo, non si toccano più, non si va a fondo. Si resta amici, ma si sa che certi argomenti non si debbono più toccare. Ci si sopporta e stima a vicenda. Papà diceva: ci si aiuta a vivere. Guai se così non fosse. Ma l'amicizia, diceva papà, l'amicizia vera è un sentimento forte. È un volersi bene spietato, un guardarsi continuamente negli occhi...» "
― Vasco Pratolini , Un eroe del nostro tempo
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" Se un tempo egli si proponeva di non essere mai né l'ultimo né il primo, i fatti gli avevano dimostrato che cotesta era una posizione impossibile da sostenere. In ogni circostanza l'urto è uno solo, e non conta il peso delle singole spallate. "Chi è più forte, spinge più forte" diceva. "Gli viene naturale". Non esiste un primo e un ultimo, e si tratta, piuttosto che di muscoli, di carattere, e di persuasione. Di volerla una cosa, oppure no. Di stare da una parte o dall'altra, poiché, diceva, il mondo è diviso in due, ci sono gli amici e i nemici. "Le vie di mezzo sono fatte per chi ha tempo da perdere e paura che gli venga a mancare la pappa scodellata". Accedeva a delle distinzioni: "C'è, semmai, la scale del più e del meno, ma riguarda la considerazione in cui devi tenere gli amici. A volte sbagliano, tutti si può sbagliare. Una cosa non è mai tutta bene o tutta male. Anche nella più bell'uva vedrai delle macchioline, è da lì che l'acino, se lo conservi, incomincia a marcire. Tu, cotesti amici, aspettali al momento che i fatti, come le sorbe, vengono a maturazione. Ma intanto, cammina insieme a loro, non ti staccare. Potrebbe essere che il torto fosse tuo. Certe volte inganna perfino il filo a piombo, e perfino lo specchio, figùrati se non ci si inganna a giudicarsi di persona. Infallibile non lo è nemmeno il Papa. Nemmeno Marx, credo, anche se non l'ho studiato. Nessuno. Quindi, tra quelli che la pensano come te, guarda chi ne sa più di te, pesalo, fatti capire, e poi vagli dietro, vai bene". "
― Vasco Pratolini , Metello
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" E' vero, solo che tu conservi un minimo di volontà, trovi sempre una mano che ti tira su se sei abbattuto. Trovi l'amicizia e puoi trovare anche l'amore. E non devi mai né riconoscenza né devozione a nessuno. Aiutandoti, è se stessi che aiutano, i loro scoraggiamenti, le loro paure, i loro terrori. Gli devi amicizia e amore quanto puoi. Non di più, altrimenti sarebbe ipocrisia, esagerazione. Siamo tanti girotondi, senza parere ci teniamo per mano. Se esci dal cerchio, allora sì, sei perduto. "
― Vasco Pratolini , Metello
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" E la notte di San Silvestro del '900, tre anni prima. Si trovò l'alba per le strade e nelle osterie; si buttarono dalle finestre i cenci vecchi e le brocche che in altra fine d'anno si sarebbero portate dallo stagnino; dappertutto si ballava, i ragazzi e i ricchi s'eran vestiti in maschera come di Carnevale; ci furono le luminarie e i fuochi artificiali, e l'indomani seguì un Capodanno qualunque: chi aveva bevuto più del normale, si svegliò con la testa pesante e il bruciore allo stomaco. Ci si accorse che faceva un gran freddo e che c'era l'umido alle pareti. Ma era stata ugualmente una notte che, in bene o in male, soltanto i figli dei nipoti avrebbero potuto rivivere. Cent'anni avanti, dissero i giornali, c'era Napoleone, Marx aveva da nascere e la locomotiva era ancora da inventare, come dire che tra un secolo il mondo sarebbe socialista e tutti gli uomini potrebbero volare. "
― Vasco Pratolini , Metello
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" Non avrei mai immaginato di tornare così presto tra queste mura. Ma ora è molto diverso da quattro anni fa. Sono io diverso. Ossia, sono anch'io la medesima persona, ma ho qualche anno di più. Sono innocente come allora, ma mi sento più sicuro. Quando rispondo al Giudice, la mia innocenza gliela so spiegare. "Peccato tu non abbia studiato" mi ha detto nell'ultimo interrogatorio. "Ho studiato sui ponti" gli ho risposto "sapesse quanto ci si impara". E' la verità. Mettere un mattone sopra l'altro, calibrato, pareggiare la calcina, dar d'intonaco, stuccare, sembra facile, provaci. Diventa facile quando s'incomincia a capirne il modo. Come in tutte le cose. E qui siamo tra amici e muratori, se uno non è aggiornato, gli si spiega... Ma i miei pensieri più belli" le scrisse quel settembre "riguardano te e il tengo segreti. Sono passati cinque anni; se nel frattempo ho fatto centro su qualcosa, è perché c'eri te". "
― Vasco Pratolini , Metello