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" [...] e io sfrego, con il guanto, con il sapone, ogni volta stupito dalla densità di quei piccoli corpi, come se maneggiassi energia allo stato puro, tutta l’energia di due esistenze a venire fantasticamente racchiusa in quella carne infantile così compatta, sotto quella pelle così delicata. Non saranno mai più così densi, né i lineamenti dei visi saranno mai più così netti, né così bianco il bianco dei loro occhi, né le orecchie così perfettamente disegnate, né così compatta la grana della pelle. L’uomo nasce nell’iperrealismo per dilatarsi pian piano fino a un puntinismo alquanto approssimativo per poi disperdersi in una polvere di astrattismo. "
― Daniel Pennac , Journal d'un corps
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" Quand Suzanne imitait l’accent français, mon accent, elle m’offrait la physiologie de notre langue. Son visage rétrécissait, ses sourcils se haussaient, elle redressait la tête, baissait à demi les paupières, avançait une bouche hautaine et boudeuse : Vous autres, maudits Français, toujours à parler avec votre bouche en cul-de-poule, comme si vous chiiez des œufs en or sur nos pauvres têtes! "
― Daniel Pennac , Journal d'un corps