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" «Sono orribile. Nessuno mi vorrà mai in questo stato.» Ammetto la mia paura, gli occhi rimangono in basso. Non riesco a guardare Adam durante il mio piagnisteo. Ne sono già abbastanza consapevole.
Lui entra nel mio spazio personale e mi costringe ad alzare il viso, così da non poter evitare il suo sguardo. Col dito indice traccia una linea sul mio braccio, accarezzando attentamente ogni centimetro di pelle cicatrizzata.
«Sei perfetto. Chiunque sarebbe fortunato a stare con te, a toccarti.»
Un brivido di piacere corre giù per la mia spina dorsale al suo tocco gentile e alle parole dolci. Di certo vuole solo essere carino. Non può voler dire che lui vorrebbe toccarmi. Non nel modo in cui vorrei, in ogni caso.
«Perché sei così gentile con me?»
«Perché…» Sembra avere difficoltà nel rispondere.
«Perché ti ricordo Johnny?» chiedo, con voce tremante.
Adam sembra colpito, come se lo avesse appena investito un secchio d’acqua. Ritira la mano e fa un passo indietro per darmi spazio.
«Sì, è per Johnny,» concorda. «Vuoi ballare ancora un po’ o sei pronto per tornare a casa?»
«Sono piuttosto stanco.»
Annuisce e piega la testa accennando al parcheggio. Mi spingo via dal muro e lo seguo, provando a non farmi soffocare dalla delusione "

K.M. Neuhold , From Ashes (Heathens Ink #3)


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K.M. Neuhold quote : «Sono orribile. Nessuno mi vorrà mai in questo stato.» Ammetto la mia paura, gli occhi rimangono in basso. Non riesco a guardare Adam durante il mio piagnisteo. Ne sono già abbastanza consapevole.<br /> Lui entra nel mio spazio personale e mi costringe ad alzare il viso, così da non poter evitare il suo sguardo. Col dito indice traccia una linea sul mio braccio, accarezzando attentamente ogni centimetro di pelle cicatrizzata.<br /> «Sei perfetto. Chiunque sarebbe fortunato a stare con te, a toccarti.»<br /> Un brivido di piacere corre giù per la mia spina dorsale al suo tocco gentile e alle parole dolci. Di certo vuole solo essere carino. Non può voler dire che lui vorrebbe toccarmi. Non nel modo in cui vorrei, in ogni caso.<br /> «Perché sei così gentile con me?»<br /> «Perché…» Sembra avere difficoltà nel rispondere.<br /> «Perché ti ricordo Johnny?» chiedo, con voce tremante.<br /> Adam sembra colpito, come se lo avesse appena investito un secchio d’acqua. Ritira la mano e fa un passo indietro per darmi spazio.<br /> «Sì, è per Johnny,» concorda. «Vuoi ballare ancora un po’ o sei pronto per tornare a casa?»<br /> «Sono piuttosto stanco.»<br /> Annuisce e piega la testa accennando al parcheggio. Mi spingo via dal muro e lo seguo, provando a non farmi soffocare dalla delusione