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" Tutt’a un tratto mi accorsi che il cuore mi faceva molto male. Sarei tornata ad alzarmi già domani, con un cuore rianimato, che il dolore riusciva a raggiungere. Tu pensi, Arisbe, che l’essere umano non possa vedere se stesso.
– È così. Non lo sopporta. Ha bisogno di una raffigurazione che gli sia estranea.
– E in questo non cambierà mai niente? Sempre e solo il ripetersi della stessa cosa? Autoestraneazione, idoli, odio?
– Non lo so. Ecco quello che so: ci sono buchi nel tempo. Questo ne è uno, qui e ora. Noi non possiamo lasciare che passi inutilizzato. E qui, finalmente, ebbi il mio «Noi». Quella notte sognai, dopo tante notti desolate e senza sogni. Vidi colori, rosso e nero, vita e morte. Trapassavano l’uno nell’altro, non lottavano tra loro come perfino in sogno mi sarei aspettata. Mutando di continuo la loro forma, di continuo producevano nuovi motivi, che riuscivano incredibilmente belli.
Erano come acqua, come un mare. Nel cui centro vidi un’isola luminosa, alla quale, nel sogno – volavo, sì; sì, volavo! – mi avvicinai rapidamente. Che c’era in quel luogo. Quale essere. Un uomo? Un animale? Riluceva come di notte riluce solo Enea. Che gioia. "

Christa Wolf


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Christa Wolf quote : Tutt’a un tratto mi accorsi che il cuore mi faceva molto male. Sarei tornata ad alzarmi già domani, con un cuore rianimato, che il dolore riusciva a raggiungere. Tu pensi, Arisbe, che l’essere umano non possa vedere se stesso. <br />– È così. Non lo sopporta. Ha bisogno di una raffigurazione che gli sia estranea. <br />– E in questo non cambierà mai niente? Sempre e solo il ripetersi della stessa cosa? Autoestraneazione, idoli, odio? <br />– Non lo so. Ecco quello che so: ci sono buchi nel tempo. Questo ne è uno, qui e ora. Noi non possiamo lasciare che passi inutilizzato. E qui, finalmente, ebbi il mio «Noi». Quella notte sognai, dopo tante notti desolate e senza sogni. Vidi colori, rosso e nero, vita e morte. Trapassavano l’uno nell’altro, non lottavano tra loro come perfino in sogno mi sarei aspettata. Mutando di continuo la loro forma, di continuo producevano nuovi motivi, che riuscivano incredibilmente belli. <br />Erano come acqua, come un mare. Nel cui centro vidi un’isola luminosa, alla quale, nel sogno – volavo, sì; sì, volavo! – mi avvicinai rapidamente. Che c’era in quel luogo. Quale essere. Un uomo? Un animale? Riluceva come di notte riluce solo Enea. Che gioia.