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" «Mi
dispiace,» sussurrò Clover, senza riuscire ad allontanarsi. La sua vita sarebbe
stata molto diversa se avesse conosciuto prima un uomo come Tank. Non avrebbe
dovuto vivere come un gatto randagio, perché avrebbe avuto qualcuno a prendersi
cura di lui. Era così sbagliato fantasticare su un mondo in cui non fosse
costretto a diffidare di chiunque e a lottare con le unghie e con i denti per
guadagnare un dollaro

Lo
abbracciò più forte che poté, e nascose il viso contro il suo collo, anche se
sapeva che l’uomo avrebbe potuto respingerlo. «Non mi sopporto.»

Quelle
parole dovevano aver svegliato del tutto Tank, perché si schiarì la gola e fece
girare entrambi affinché si stendessero sul fianco. Clover desiderava tanto
strofinare ancora il viso su quella pelle che profumava di sapone.

«Di che
cosa stai parlando?» chiese Tank, appoggiandosi su una mano, mentre lo
osservava.

Quella
domanda lo portò dall’essere agitato a uno stato di disperazione in un solo
battito. Ormai aveva messo da parte ogni residuo di dignità.

«Ho rovinato
tutto. Ti prego, non cacciarmi.» Singhiozzò, incapace di trattenere le emozioni
che ribollivano dentro di lui. Si era ridotto a supplicare dopo aver mostrato
di essere
un tipo orgoglioso.

Era davvero
patetico.

Tank
sospirò e appoggiò una delle sue mani enormi sul suo braccio. «Devo ammettere
che l’atmosfera è un po’ tesa. Non credo che chiederti di essere sincero sia
troppo.»

Clover espirò
e si infilò sotto al braccio di Tank, nella speranza che non lo respingesse. Di
solito si sentiva minacciato dalla presenza di uomini molto più imponenti di
lui, ma la personalità ragionevole di Tank lo spingeva a fidarsi di lui come
non gli era mai successo con nessun altro "

K.A. Merikan , Their Bounty (Four Mercenaries, #1)


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K.A. Merikan quote : «Mi<br />dispiace,» sussurrò Clover, senza riuscire ad allontanarsi. La sua vita sarebbe<br />stata molto diversa se avesse conosciuto prima un uomo come Tank. Non avrebbe<br />dovuto vivere come un gatto randagio, perché avrebbe avuto qualcuno a prendersi<br />cura di lui. Era così sbagliato fantasticare su un mondo in cui non fosse<br />costretto a diffidare di chiunque e a lottare con le unghie e con i denti per<br />guadagnare un dollaro<br /><br />Lo<br />abbracciò più forte che poté, e nascose il viso contro il suo collo, anche se<br />sapeva che l’uomo avrebbe potuto respingerlo. «Non mi sopporto.»<br /><br />Quelle<br />parole dovevano aver svegliato del tutto Tank, perché si schiarì la gola e fece<br />girare entrambi affinché si stendessero sul fianco. Clover desiderava tanto<br />strofinare ancora il viso su quella pelle che profumava di sapone.<br /><br />«Di che<br />cosa stai parlando?» chiese Tank, appoggiandosi su una mano, mentre lo<br />osservava.<br /><br />Quella<br />domanda lo portò dall’essere agitato a uno stato di disperazione in un solo<br />battito. Ormai aveva messo da parte ogni residuo di dignità.<br /><br />«Ho rovinato<br />tutto. Ti prego, non cacciarmi.» Singhiozzò, incapace di trattenere le emozioni<br />che ribollivano dentro di lui. Si era ridotto a supplicare dopo aver mostrato<br />di essere<br /> un tipo orgoglioso.<br /><br />Era davvero<br />patetico.<br /><br />Tank<br />sospirò e appoggiò una delle sue mani enormi sul suo braccio. «Devo ammettere<br />che l’atmosfera è un po’ tesa. Non credo che chiederti di essere sincero sia<br />troppo.»<br /><br />Clover espirò<br />e si infilò sotto al braccio di Tank, nella speranza che non lo respingesse. Di<br />solito si sentiva minacciato dalla presenza di uomini molto più imponenti di<br />lui, ma la personalità ragionevole di Tank lo spingeva a fidarsi di lui come<br />non gli era mai successo con nessun altro