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" Con grande cura sistemò una piattaforma di kleenex dentro ciascuna scarpa. Gli sollevava i talloni fino quasi ai bordi della scarpa. Fede scendere i pantaloni.
Qualche piroetta sul pavimento e si convinse che poteva funzionare. Il panico si placò. Ancora una volta la scienza trionfava.
(…)
Ballo bene per una mezz’ora e poi i piedi cominciarono a dolergli. I kleenex si erano spostati sotto l’arco del piedi. Dopo altri due dischi sfrenati riusciva a malapena a camminare. Andò in bagno e cercò di raddrizzare i kleenex, ma si erano tutti schiacciati e appallottolati in una massa compatta. Pensò di toglierli del tutto, ma immaginò la sopresa e lo sguardo inorridito del resto della compagnia nel vederlo rimpicciolito.
Infilò il piede nella scarpa solo a metà, collocò la palla tra il calcagno e la soletta interna, premette forte e annodò i lacci. Il dolore lo trafisse fino alle caviglie.
Il “trenino” lo mise quasi fuori combattimento. Nel bel mezzo della fila, strizzato tra la ragazza che teneva per la vita e quella che si aggrappava a lui, con la musica forte e ripetitiva, tutti che cantilenavano uno-due, uno-due-tre, con i piedi che sfuggivano al suo controllo a causa del dolore, pensò: è così che deve essere l’inferno, un eterno “trenino” ballato con i piedi doloranti, dal quale non puoi uscire. "

Leonard Cohen , Beautiful Losers


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Leonard Cohen quote : Con grande cura sistemò una piattaforma di kleenex dentro ciascuna scarpa. Gli sollevava i talloni fino quasi ai bordi della scarpa. Fede scendere i pantaloni.<br />Qualche piroetta sul pavimento e si convinse che poteva funzionare. Il panico si placò. Ancora una volta la scienza trionfava.<br />(…)<br />Ballo bene per una mezz’ora e poi i piedi cominciarono a dolergli. I kleenex si erano spostati sotto l’arco del piedi. Dopo altri due dischi sfrenati riusciva a malapena a camminare. Andò in bagno e cercò di raddrizzare i kleenex, ma si erano tutti schiacciati e appallottolati in una massa compatta. Pensò di toglierli del tutto, ma immaginò la sopresa e lo sguardo inorridito del resto della compagnia nel vederlo rimpicciolito.<br />Infilò il piede nella scarpa solo a metà, collocò la palla tra il calcagno e la soletta interna, premette forte e annodò i lacci. Il dolore lo trafisse fino alle caviglie.<br />Il “trenino” lo mise quasi fuori combattimento. Nel bel mezzo della fila, strizzato tra la ragazza che teneva per la vita e quella che si aggrappava a lui, con la musica forte e ripetitiva, tutti che cantilenavano uno-due, uno-due-tre, con i piedi che sfuggivano al suo controllo a causa del dolore, pensò: è così che deve essere l’inferno, un eterno “trenino” ballato con i piedi doloranti, dal quale non puoi uscire.