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" Mentre nei selamlík, nei caffè, nei bagni, nei luoghi di ritrovo della provincia, il mondo moderno (vale a dire tutti quelli che leggevano giornali, che possedevano un modesto tesoro di vocaboli stranieri, che invece della vecchia fantasmagoria turca detta "karegöz", avevano veduto a Smirne o a Stambul un paio di commedie francesi e avevano udito qualche volta il nome di Bismarck e di Sarah Bernhardt), mentre queste persone colte, questo mezzo ceto progredito si faceva incondizionatamente seguace della politica armena di Enver, ben altrimenti avveniva presso gli uomini semplici del popolo turco, contadini o basso ceto cittadino. Spesso il Müdir si stupiva nei suoi giri, quando in un villaggio dove aveva proclamato il bando vedeva radunarsi Turchi ed Armeni per piangere insieme. E si meravigliava, quando davanti a una casa armena si raccoglieva singhiozzando la famiglia dei vicini turchi e agli infelici, che irrigiditi e privi di lagrime uscivano dalla loro vecchia porta senza guardarsi attorno, non solo gridava un «Allàh vi sia misericordioso», ma dava anche provvigioni per il viaggio e regali vistosi, una capra, perfino un mulo. E il Müdir poté anche vedere questa famiglia di vicini accompagnare i dolenti per parecchie miglia. E poté vedere alcuni dei suoi propri compatriotti gettarglisi ai piedi, supplicandolo: «Lasciali con noi! Non hanno la vera fede, ma sono buoni. Sono nostri fratelli. Lasciali qui con noi! "

Franz Werfel , The Forty Days of Musa Dagh


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Franz Werfel quote : Mentre nei selamlík, nei caffè, nei bagni, nei luoghi di ritrovo della provincia, il mondo moderno (vale a dire tutti quelli che leggevano giornali, che possedevano un modesto tesoro di vocaboli stranieri, che invece della vecchia fantasmagoria turca detta