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" «Devo andare a casa» disse il forestiero. E intanto il suo volto sorrideva. In un paese straniero, in un villaggio straniero, in una casa estranea, in una camera con mobili estranei. Vi collochiamo un paio di oggetti nostri. E questa è ora la nostra «casa», ogni giorno lo diventa di più, per mezzo dei pensieri e dei sentimenti che in essa viviamo e di cui la stanza si riempie. I pensieri si collegano con la stanza, con i suoi oggetti, con la pittura delle sue pareti, che al mattino, dopo il risveglio, ci avvezziamo a seguire con lo sguardo. Ora questa stanza è chiaramente delimitata dal resto del mondo. E' un posto di cui siamo responsabili, la difendiamo e ne vantiamo i pregi in confronto agli evidenti svantaggi di tutto il resto. "

Johannes Urzidil , L'amata perduta


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Johannes Urzidil quote : «Devo andare a casa» disse il forestiero. E intanto il suo volto sorrideva. In un paese straniero, in un villaggio straniero, in una casa estranea, in una camera con mobili estranei. Vi collochiamo un paio di oggetti nostri. E questa è ora la nostra «casa», ogni giorno lo diventa di più, per mezzo dei pensieri e dei sentimenti che in essa viviamo e di cui la stanza si riempie. I pensieri si collegano con la stanza, con i suoi oggetti, con la pittura delle sue pareti, che al mattino, dopo il risveglio, ci avvezziamo a seguire con lo sguardo. Ora questa stanza è chiaramente delimitata dal resto del mondo. E' un posto di cui siamo responsabili, la difendiamo e ne vantiamo i pregi in confronto agli evidenti svantaggi di tutto il resto.