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" Come il paesaggio, in quell’angolo di mondo, l’opera umana non temeva confronti. Non poteva, di fatto, essere confrontata con alcunché. E neppure erano le migliaia di anni, tempo che continuava a suonarle inconcepibile, che le toglievano il respiro. Era la Bellezza. La Bellezza di ciò che supera l’uomo e la sua umana essenza. La Bellezza di ciò che resta, che sopravanza il misero tempo di una vita affacciandosi all’eternità, che ne celebra il senso e lo scopo. La Bellezza dell’imperfezione, della perfezione perduta, anzi. La colonna spezzata quasi più dolorosamente bella di quella intatta, come il braccio caduto ai piedi della statua di donna con la testa di leonessa e gli occhi remoti e saggi. "

Amalia Frontali , La Chioma di Berenice


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Amalia Frontali quote : Come il paesaggio, in quell’angolo di mondo, l’opera umana non temeva confronti. Non poteva, di fatto, essere confrontata con alcunché. E neppure erano le migliaia di anni, tempo che continuava a suonarle inconcepibile, che le toglievano il respiro. Era la Bellezza. La Bellezza di ciò che supera l’uomo e la sua umana essenza. La Bellezza di ciò che resta, che sopravanza il misero tempo di una vita affacciandosi all’eternità, che ne celebra il senso e lo scopo. La Bellezza dell’imperfezione, della perfezione perduta, anzi. La colonna spezzata quasi più dolorosamente bella di quella intatta, come il braccio caduto ai piedi della statua di donna con la testa di leonessa e gli occhi remoti e saggi.